Ufficio del processo, parte da Milano il viaggio della Ministra Cartabia

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Parte da Milano il viaggio della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, nelle Corti d’Appello d’Italia, per illustrare le novità dell’Ufficio del processo, ma anche per conoscere esigenze e progetti dei vari distretti. La Ministra ha presenziato prima al Palazzo di Giustizia di Milano, con i vertici degli uffici giudiziari del distretto e dell’Ordine degli avvocati e poi all’Università Statale, per un incontro con le facoltà giuridiche lombarde.

Nel suo intervento ha toccato molti temi legati alla realizzazione del Recovery Plan: dall’Ufficio per il Processo alle riforme nei settori civile e penale all’edilizia giudiziaria e  alle procedure in corso per l’assunzione di magistrati e del personale di cancelleria.

Alla presenza del Presidente del Tribunale Giuseppe Ondei e del Procuratore generale di Milano Francesca Nanni oltre che del presidente dell’Ordine degli avvocati Vinicio Nardo, la ministra ha voluto sottolineare come  il “viaggio nella giustizia italiana” sia iniziato proprio da Milano, la sua città: “Avverto l’esigenza di conoscere in prima persona e di prima mano che cosa c’è dietro statistiche, resoconti che si affastellano sulle nostre scrivanie. Avverto l’esigenza di conoscere direttamente da voi che ne siete i protagonisti – in prima fila – i problemi e le soddisfazioni, i successi e le difficoltà, i progressi e le nuove criticità di quell’instancabile, laborioso e sempre aperto cantiere che è l’amministrazione della Giustizia”. Peraltro, ha riconosciuto la Guardasigilli, Milano “è anche la città che, forse più di tutte, dopo le difficoltà dell’ultimo anno e mezzo e gli effetti provocati dal blocco, potrà diventare emblema di un riscatto”.

Partendo dall’organizzazione dell’Ufficio del Processo, per cui il PNRR prevede l’assunzione – sia pure per due anni– di 16.500 nuovi addetti, in due tranche, Marta Cartabia ha ricordato come l’efficienza della giustizia costituisca il pilastro per il funzionamento dell’intero sistema Paese: “Una giustizia efficace ed efficiente, veloce e allo stesso tempo credibile, moderna, innovativa, capace di rispondere alle domande dei cittadini e delle imprese” diventa agli occhi degli osservatori l’emblema di un paese credibile. Al contrario, “una giustizia che arranca, che fatica a seguire il ritmo e il cambiamento dei bisogni dei suoi cittadini” finisce per rappresentare “l’immagine di un Paese lento, poco affidabile e per questo non appetibile per gli investitori stranieri”.

Soprattutto in quella che la ministra definisce “la capitale economica d’Italia”, l’investimento inserito nel PNRR diventa la cura più efficace a quell’aspetto di criticità che qualcuno ha chiamato un “eccesso di colesterolo burocratico”. Ecco perché – ha aggiunto la ministra – la riforma della giustizia è stata affiancata a quelle della Pubblica amministrazione e del Fisco come “precondizione per l’intero finanziamento”.

E, a questo proposito, non bisogna dimenticare che dall’erogazione del finanziamento di 2,3 miliardi di euro destinati alla giustizia non dipende solo la quota di contributi per questo specifico settore, ma “l’erogazione dell’intero finanziamento destinato al nostro Paese, vale a dire 219 miliardi di euro”.

Quanto al complesso degli interventi nell’ambito della giustizia, fin dal momento dell’insediamento del governo – lo scorso 13 febbraio – e del suo arrivo in Arenula, la ministra ha ricordato come si sia quotidianamente trovata di fronte a gravi criticità: “Era davvero scoraggiante, tutto si era fermato dallo scoppio della pandemia. A partire dalla celebrazione dei concorsi, che ho voluto immediatamente rimettere in moto pensando i nostri giovani, a costo di doverli reinventare, fino alla grave situazione nelle carceri passando per i ritardi nell’implementazione della procura europea, che oggi è una realtà”.

Ecco perché, ha ricordato, l’approvazione del PNRR – all’esito del Consiglio dei Ministri del 24 aprile – può essere considerato un importantissimo punto di partenza nell’articolato e impegnativo percorso che aspetta anche e soprattutto la giustizia italiana: “E in queste occasioni il nostro paese sa dare il meglio di sé, sa mettere a frutto le sue grandi risorse. Non dimentichiamoci il ponte di Genova, ricostruito in due anni, con un cantiere che ha lavorato giorno e notte”. Per la Ministra: “Noi siamo chiamati a costruire il nostro ponte di Genova della Giustizia” e ha aggiunto: “Il PNRR indica i nostri obiettivi per la giustizia: in 5 anni dobbiamo abbattere del 25% i tempi di trattazione di tutti i procedimenti penali rispetto al 2019 e dobbiamo abbattere del 40% in 5 anni tempi di definizione del processo civile”.

In chiusura la Guardasigilli ha voluto ricordare che “Si apre un tempo di cambiamento  – siamo tutti chiamati a collaborare per dare un nuovo volto alla giustizia del nostro Paese. C’è una grande impresa da portare avanti e in queste occasioni il Paese sa dare il meglio di sé, sa mettere a frutto le sue grandi risorse”.

Dopo l’intervento a Palazzo di Giustizia, la ministra nel suo discorso all’Università Statale di Milano, ha  sottolineato come ” L’ufficio del processo” sia un’occasione unica per il sistema giustizia, ma anche per i giovani giuristi.  “Stiamo lavorando ad una nuova pagina della giustizia e questo cambiamento passa molto per l’Ufficio del processo: l’assunzione di 16.500 giovani è un’occasione inedita. Questo mio viaggio in Italia mira a far conoscere anche alle Università le potenzialità del Recovery, che assegna una posizione centrale alla giustizia per la ripartenza del Paese” ha chiosato la ministra.

Di seguito la diretta streaming a cura dell’Ordine degli Avvocati di Milano