Magistratura, la maggioranza è donna.
Pochi gli incarichi direttivi

Il palazzo del Ministero di Giustizia di via Arenula a Roma (foto Doriano Ciardo)
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In magistratura, le donne sono ora la maggioranza. Su un totale di 9624 magistrati in servizio, 5308 sono donne contro i 4316 ruoli ricoperti da uomini. Una percentuale pari al 55%.

Se quindi il comparto parla al femminile, stenta a decollare la percentuale negli incarichi direttivi. Nei ruoli giudicanti (totale 247) solo il 32% ricopre posizioni apicali contro il 68% degli uomini. Valori simili che si applicano anche nel semidirettivo dove la percentuale è pari al 48% dei ruoli occupati da donne contro il 52% di quelli maschili. Stesso discorso vale per i magistrati requirenti (totale 176): solo il 22% delle donne ha posizioni di questo tipo contro il  78% degli uomini.

Questa, la fotografia stilata dal Ministero della Giustizia (Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria) nel giorno in cui ricorre l’anniversario del diritto a diventare magistrate per le donne.

Il 9 febbraio 1963, infatti, con la Legge  n.66 viene sancito il diritto a svolgere la professione. L’art.1 della stessa legge recita: “La donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la Magistratura, nei vari ruoli, carriere e categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge”.