Prevenzione alla corruzione, le linee guida del Ministero

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La lotta alla corruzione, che è stata una delle priorità perseguite dal Ministero della Giustizia nel nuovo corso, ha chance di riuscire nei suoi obiettivi a livello nazionale soltanto se la guardia resta alta anche al proprio interno. La trasparenza e il buon andamento della pubblica amministrazione, in tutte le sue componenti, è garanzia di buon finanziamento di tutta la macchina amministrativa italiana.

E’ per questo che il Ministero di via Arenula, così come ogni altro ente pubblico, ha messo a punto – in ottemperanza alla legge 6 novembre 2012, n. 190, “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione” – un Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (PTPC) per il triennio 2019-2021, adottato dal ministro Alfonso Bonafede su proposta del Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (RPCT).

Per assicurare l’efficienza e l’efficacia dell’attività amministrativa è stato inoltre stilato un Ciclo della Performance che prevede azioni di prevenzione e mitigazione del rischio in linea con il modello organizzativo di cui si è dotato il Ministero della Giustizia. Tra le linee guida che informeranno nel prossimo triennio l’attività del dicastero di via Arenula c’è soprattutto un lavoro volto alla proliferazione e alla crescita culturale, la cosiddetta “cultura della legalità”, elemento imprescindibile per il successo della prevenzione alla corruzione.

Ciascuna articolazione ministeriale (cioè i dipartimenti, gli uffici di diretta collaborazione e gli archivi notarili) è stata chiamata a fornire indicazioni per individuare quelle aree e quei procedimenti che sono maggiormente esposte al rischio corruttivo. In base ai risultati di questa mappatura sono predisposti al meglio tutti gli strumenti in grado di prevenire il fenomeno.
E’ chiaro che laddove prevalgono trasparenza e accessibilità totale, ossa la messa a disposizione del cittadino di tutte le informazioni di interesse generale, l’insinuarsi del fenomeno corruttivo può essere più facilmente contrastato.

Gli organi di indirizzo politico-amministrativo del Ministero della Giustizia sono stati parte attiva nell’elaborazione del PTPC sin dalle prime fasi e tutti i soggetti hanno contribuito fornendo la propria valutazione attraverso una consultazione pubblica.