Buone e sane le fragole coltivate nel carcere di Vicenza

Fragole coltivate nel carcere di Piacenza
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La casa circondariale di Piacenza dista dall’ Ipercoop Gotico di Montale poco più di due chilometri. Una prossimità  che permette di far arrivare le fragole coltivate nel terreno antistante il carcere entro dodici ore dalla raccolta e di offrire così al consumatore un prodotto che conserva intatte tutte le sue caratteristiche organolettiche.

Nell’appezzamento di 1200 mq, appartenente alla struttura penitenziaria ma fuori della cinta muraria, maturano fragole  dei tipi clerymurano rifiorenti, molto apprezzate per il colore rosso carminio brillante, per il gusto e per la produttività. Le piante sono coltivate seguendo misure ecosostenibili, secondo le indicazioni dei ricercatori della Facoltà di agraria dell’Università Cattolica e della società di consulenza Geoponica. Microorganismi e insetti per combattere i parassiti sono utilizzati per sostituire i pesticidi tradizionali, l’irrigazione è gestita da computer per razionalizzare e ridurre l’uso d’acqua e il packaging è in materiale ecologico.

Per ora a occuparsi  delle cinquemila piantine in campo e delle mille in serra sono due detenuti, Antonio e Marco, ma l’obiettivo della cooperativa sociale L’orto botanico, titolare del progetto Ex Novo, con il sostegno della Fondazione Cattolica Assicurazione, è quello di ampliare la produzione e di offrire già nei prossimi mesi anche ad altri condannati un’opportunità di formazione e lavoro nel settore della sostenibilità che richiederà nuove figure di agricoltori per il mercato del futuro.