Bonafede: legittima difesa, processi solo se necessario

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Il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede intervistato da Mario Giordano spiega come cambierà la legge sulla legittima difesa e, partendo dal presupposto che difendersi non è sempre legittimo, aggiunge: “Faremo in modo di celebrare il processo solo quando è necessario: chi si è legittimamente difeso non deve attraversare anche il calvario giudiziario”. E sulla corruzione è convinto che con l’adozione degli strumenti del Daspo e dell’agente sotto copertura, il nostro Paese diventerà “leader a livello europeo nella lotta alla corruzione”.

Gli argomenti aperti sul suo tavolo di Guardasigilli sono tanti e per molti dimostra di avere le idee chiare: della riforma penitenziaria che ha ereditato è certo che si rinuncerà alla parte “che mina alla radice la certezza della pena” ma che quella che si riferisce ai minori e alle attività lavorative per i detenuti (che abbassano la recidiva e fanno immaginare un futuro), sarà portata avanti e che sarà fondamentale investire nella cultura della legalità, che si impegna a portare nelle scuole “per dare un’idea diversa della giustizia”.

E poi, ancora: sul rimpatrio dei detenuti stranieri nel loro Paese d’origine, a patto che “le carceri non siano un inferno”; sulla necessità di alleggerire i tribunali – ma è solo una sua idea – sarebbe favorevole a eliminare il divieto della reformatio in peius, con processi che per essere giusti non superassero i quattro anni.

Tanto da cambiare, tanto da migliorare, nei cinque anni che ha davanti, dopo i quali è certo che tornerà a fare l’avvocato, perché per quanto lo riguarda ha “il limite del doppio mandato”.

Intervista al Guardasigilli