Affidi, Bonafede: “Non bastano leggi, servono investimenti”

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Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è stato ascoltato oggi a Palazzo San Macuto dalla Commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza nell’ambito delle indagini conoscitive su bullismo e cyberbullismo e sulle forme di violenza fra i minori e ai danni di bambini e adolescenti.

Il guardasigilli, nella relazione presentata, ha inquadrato il fenomeno del bullismo come quell’insieme di comportamenti “offensivi e aggressivi che l’individuo singolarmente o in gruppo mette in atto, intenzionalmente, nel corso del tempo ai danni di una o più persone, al fine di esercitare un potere o un dominio sulla vittima”. Una vera e propria forma di abuso che può creare un disagio e un danno fisico o psicologico nelle vittime. Del cyberbullismo, inteso come evoluzione del fenomeno appena descritto, frutto cioè “dell’attuale cultura globale” in cui i social, le piattaforme internet e tutte le nuove tecnologie sono, ha proseguito Bonafede, “sempre più spesso vissute come una vera  e propria estensioni del sè” e, grazie alla quale “la persona oggetto di prevaricazione spesso non è neanche a conoscenza dell’identità di coloro con i quali sta interagendo”.

Il Guardasigilli, dopo aver inquadrato i due fenomeni e la situazione che ha descritto di “portata allarmante”, ha rammentato come il programma di Governo abbia già prodotto una modifica al codice penale, grazie alla recente approvazione del cosiddetto Codice Rosso. Il provvedimento ha introdotto infatti l’articolo 612 ter in materia di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti: “L’attenzione costante e la maturazione di una spiccata sensibilità della società civile verso questo fenomeno, costituiscono le coordinate necessarie per proseguire nel rafforzamenti degli strumenti di tutela e nel coordinamento delle iniziative di tutte le istituzioni coinvolte”.

Grazie a una specifica procedura, certa e coattiva, la norma consente  “alla vittima di un atto di cyberbullismo di ottenere una tutela reale e immediata attraverso l’adozione di provvedimenti inibitori e prescrittivi nei confronti delle piattaforme web e degli hoster provider”. Si dà concreta attuazione così, precisa il ministro Bonafede, alla Tutela della dignità del minore che può richiedere, direttamente o per mezzo dell’esercente la patria potestà “al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media un’istanza per l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualsiasi dato personale del minore diffuso nella rete internet, previa conservazione di dati originali”.

La seconda audizione, sul tema delle “forme di violenza tra minori e ai danni di bambini e adolescenti”, ha permesso al Ministro di ribadire che è stata recentemente istituita “presso il Ministero della giustizia la “Squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori” composta da esperti di diversa professionalità, interni ed esterni al Ministero, che si occupano dei minori”, con il compito di  effettuare la ricognizione ed il monitoraggio dello stato di attuazione della legislazione vigente in materia di collocamento dei minori in istituti di ricovero pubblici o privati e di affidamento etero-familiare; evidenziare eventuali profili di criticità della normativa in esame; esaminare ed elaborare eventuali proposte di modifica; promuovere la creazione di una banca dati nazionale e procedere all’audizione di soggetti istituzionalmente coinvolti”.

Esprimendo l’auspicio che la “Commissione possa lavorare in sinergia” con la task force appena costituita, ha anche anticipato che incontrerà “in questi giorni la ministra per la Famiglia, Alessandra Locatelli, con la quale “abbiamo instaurato una sinergia, perché la competenza è di ciascun Ministero ma è poi necessaria una attività di coordinamento”.