Carcere Potenza, il teatro sperimenta cosa vuol dire andare ‘oltre i limiti’

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Il  progetto “Teatro in carcere”, realizzato nella casa circondariale di Potenza, invita a riflettere sui limiti imposti dal carcere e dal tempo che stiamo vivendo. Che si tratti dei limiti insuperabili posti dalle mura di un istituto penitenziario che contengono e racchiudono oppure dei limiti psicologici dei detenuti desiderosi di inventarsi un ‘altrove’ diverso e più accogliente oppure quelli di ognuno di noi quando pensiamo il carcere come un tabù, possono essere visti come un sottile gioco di specchi.

Realizzato grazie alla collaborazione culturale e rieducativa tra la Compagnia Teatrale Petra diretta da Antonella Iallorenzi e la Direzione del carcere di Potenza rappresentata dalla direttrice Maria Rosaria Petraccone, il progetto convoglia in un unico momento creativo ed emozionale il teatro, il carcere e la società civile, per proporre una visione ‘altra’ della tradizionale concezione detentiva, non più luogo di vergogna e privazioni ma contesto in rado di promuovere nuove forme di conoscenza, di riscatto e di incontro.

Lo spettacolo-saggio dei detenuti del laboratorio diretto da Philippe Barbut in programma oggi nella sala teatro del penitenziario di Potenza si interroga su questi temi, al centro ora più che mai di accesi confronti e dibattiti pubblici, proponendo un originale mix tra esperienza teatrale vissuta e partecipazione della comunità esterna. Contemporaneamente, infatti,  gli interpreti potranno “uscire all’esterno” attraverso la proiezione dello spettacolo, in diretta streaming, sulle mura esterne del carcere.

E allora il gioco di riflessi diventa ancora più coinvolgente, sollecitando a pensare il superamento dei confini e delle barriere che separano i due mondi, quello “normale” e quello “penitenziario”, e invitando lo spettatore a varcare la soglia del carcere senza timori e pregiudizi.

Petraccone si è dichiarata entusiasta dell’evento: “Riprendo le stesse parole della compagnia teatrale e lo ritengo un evento doppiamente speciale perché da un lato è un modo per dare concretezza all’azione di superamento del limite rappresentato dalle mura del carcere e dall’altro è un modo per affrontare e vincere i timori e le limitazioni di questo tempo di emergenza sanitaria”. La direttrice che, con un certo orgoglio, ha sottolineato la capacità di riuscire a fare squadra e realizzare eventi di tale portata, ha ringraziato la Compagnia Teatrale Petra per l’impegno profuso nel progetto, reso possibile grazie anche e soprattutto alla collaborazione fattiva del personale del Corpo di Polizia Penitenziaria, al personale dell’area educativa e a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.

Giuseppe Abbatepaolo è il referente della Comunicazione del PRAP Puglia e Basilicata