Il barocco di Noto spiegato
dai detenuti ai turisti

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Parlano d’arte e spiegano la Storia ai visitatori della mostra “I mecenati del Barocco” nel Complesso museale di Noto (provincia di Siracusa). Sono due “ciceroni” d’eccezione: detenuti nella casa di reclusione di Noto che indossano, per l’occasione, la veste di guide turistiche.
I due raccontano la distruzione dell’antico centro abitato di Noto, raso al suolo da un terremoto del 1693, e delle famiglie nobiliari che hanno contribuito alla ricostruzione della nuova città sul colle Meti. Per svolgere questa attività i due beneficiano di un permesso e il loro lavoro è previsto da un protocollo d’intesa siglato tra il Comune siciliano, la società cooperativa Tempora e l’Amministrazione Penitenziaria.
“La mostra – ci dice Giusi Solerte, assessore al Turismo di Noto – è allestita nel plesso museale del Barocco, nei locali dell’ex convento di Sant’Antonio da Padova, nella parte alta della città proprio di fronte alla casa di reclusione. La convenzione, voluta fortemente dal sindaco Corrado Bonfanti, prevede tra le altre cose il coinvolgimento dei detenuti in un ampio progetto di inclusione sociale, rieducazione e reinserimento”.
Dopo un breve corso, i due volontari (che già all’interno del penitenziario svolgono i lavori di fabbro e addetto alla manutenzione dei locali) hanno iniziato la loro attività di guide turistiche e, dallo scorso agosto, sono impegnati tutti i pomeriggi, dal lunedì al venerdì, e anche le mattine di sabato e domenica (inclusi i giorni festivi) per guidare i visitatori nei diversi ambienti che ospitano pannelli espositivi. Le narrazioni degli eventi che riguardano gli interventi e i sostegni, soprattutto economici, effettuati dai mecenati per la ricostruzione della città, non avvengono soltanto in italiano, ma anche in inglese e spagnolo.
“E’ stato l’ufficio educatori interno alla casa di reclusione – continua l’assessore Solerte – a segnalare due detenuti, entrambi siciliani, i quali, dopo la valutazione del direttore e del commissario del carcere, e in seguito al placet del giudice di sorveglianza, sono stati formati attraverso un corso tenuto dall’associazione delle guide turistiche di Noto, per acquisire tutte le informazioni storico-culturali e turistiche necessarie per il corretto svolgimento delle proprie mansioni all’interno del museo”.
Il successo dell’iniziativa è andato ben al di là delle aspettative: in quattro mesi di attività oltre 4000 visitatori hanno lasciato dei feedback positivi sul servizio di accoglienza, informazione e gestione del sito museale. Tanto che il protocollo di intesa, dapprima previsto in via sperimentale fino a dicembre, è stato prorogato fino al 30 novembre 2019. “Questo è stato possibile soprattutto grazie – conclude l’assessore – all’entusiasmante trasporto dei detenuti, perfettamente a loro agio nella qualità di padroni di casa”.