All’IPM di Airola “musica, ritmo, parole e lingua”

Amir Issaa
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Il progetto “Ti Leggo” della Fondazione Treccani Cultura ha accompagnato nel percorso rieducativo minori e giovani adulti ristretti nell’Istituto penale per i minorenni di Airola, offrendo loro un’opportunità di reinserimento nella vita sociale. Le attività laboratoriali in cui sono stati coinvolti i ragazzi hanno utilizzato il genere musicale del rap come strumento di partenza, unito a corsi di studio della lingua italiana scritta e parlata, con approfondimenti dedicati al teatro e alla lettura creativa.

Una sezione del progetto è stata dedicata alla catalogazione dei libri della biblioteca, per imparare un mestiere spendibile in ambito lavorativo. Grazie alla musica, che utilizza linguaggi fatti di parole ma anche di sentimenti e di affetti tradotti in suoni e in ritmo, i ragazzi con le loro storie di vita sono diventati protagonisti: scrivendo versi, costruendo un loro stile, esprimendo emozioni che hanno cercato di canalizzare in qualcosa di costruttivo.

In occasione della giornata conclusiva, a cui ha presenziato il capo del Dipartimento della giustizia minorile e di comunità, Gemma Tuccillo, si è esibito Amir Issaa, rapper romano protagonista nel panorama musicale italiano, che ha collaborato e accompagnato i ragazzi nelle attività laboratoriali.

La capo dipartimento della Giustizia minorile e di comunità, Gemma Tuccillo all'IPM di Airola 22set22
Gemma Tuccillo, capo dipartimento della Giustizia minorile e di comunità

Amir, che nei suoi testi affronta anche il tema del razzismo, ha voluto insegnare ai ragazzi  – partendo dalla sua personale storia di disagio, soprattutto sociale –  come attraverso la musica, il ritmo, le parole e le emozioni, si possa trovare la forza per un riscatto personale.

Le parole sono delle armi che possono far male. A scuola questo non lo avevo capito […] poi, ho cominciato a leggere. Aprivo un libro e trovavo qualcosa di interessante, e ho iniziato a pensare che le parole potevano anche costruire qualcosa, potevano aiutarmi, potevano salvarmi. […] e ogni volta che la vita mi ha messo un po’ all’angolo, dovevo farla diventare inchiostro per riscrivere la mia storia, e così ho fatto […]”. (dal sito web di Amir Issaa)