Anche in carcere c’è del buono: i prodotti di economia carceraria

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Il panettone classico Magnum della premiata pasticceria Giotto sfornato nella casa di reclusione di Padova, le Borse di Natale Dolci Evasioni  in cotone “fair trade”con prodotti tipici lavorati dai detenuti del carcere di Siracusa. Sono solo alcuni degli articoli  di economia carceraria esposti nell’area Prodotti dal carcere sul sito Giustizia.it. Nella vetrina, che rinvia per gli acquisti e i cataloghi completi agli store online dei vari brand, si possono trovare idee per regali originali e aiutare così detenuti in cerca di una nuova occasione.

Scelte che vanno nel senso del doppio valore, economico e sociale, che caratterizza le aziende con sedi negli istituti penitenziari o che offrono lavoro, anche fuori dal carcere, a persone che devono concludere un percorso penale. Un duplice beneficio è quanto intende realizzare la legge 193/2000 più nota come “Smuraglia”, dal nome del suo promotore. Le norme prevedono sgravi contributivi e crediti d’imposta a cooperative o imprese che assumono o svolgono attività formativa nei confronti dei detenuti. Dunque il datore di lavoro può risparmiare tra agevolazioni varie circa 520 euro al mese, mentre chi sta scontando una pena può contribuire al proprio sostentamento in carcere e imparare una professione utile, in futuro, al reinserimento nella società.
Le produzioni di economia carceraria, spesso frutto di esperienze laboratoriali condotte da grandi esperti di tutti i settori, hanno anche altre “virtù” peculiari, come l’uso di prodotti del territorio di alta qualità, la cura del dettaglio, l’originalità e la creatività.

Così, negli store online di prodotti provenienti dal carcere è possibile scegliere tra una vasta gamma di dolci natalizi dai nomi evocativi, come il panettone Maskalzone, con canditi Dolci Evasioni lavorati nel carcere di Siracusa, impastato in quello di Alessandria e realizzato secondo l’autentica ricetta milanese. E ancora, dal Veneto, le Fregolotte e le Veneziane di Libere Golosità, laboratorio nella casa circondariale di Vicenza, e i tipici Dolci del Santo padovani, con il consueto seguito di torroncini, praline e cremini della pasticceria Giotto. Non mancano alternative per i cultori di particolari scelte salutiste, come cesti con prodotti tipici anche nelle loro evoluzioni “bio” “vegan” e “gluten free” e linee di cosmetici  naturali, come pure rivisitazioni in chiave etica e creativa dei regali classici. Come la  tradizionale cravatta che diventa “insolita”, se confezionata con seta di recupero dalle detenute del laboratorio Made in carcere, nato nella  casa circondariale di Lecce, e l’augurale palla natalizia, nella versione proposta dallo stesso brand, che invece di essere riposta insieme alle altre in attesa del prossimo Natale si trasforma in scaldacollo o in braccialetto di tendenza. Anche l’agenda cartacea, sopravvissuta alla digitale, assume altro valore e significato se realizzata in pvc riciclato dai detenuti della Cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri, con sede nel carcere veneziano  di Santa Maria Maggiore, o quella di Altracittà , cooperativa che occupa persone provenienti dalle carceri padovane.

La pallina scaldacollo di Made in carcere

Immancabile, tra le idee di regalo non consumistiche,  il calendario solidale. Quello realizzato dalla cooperativa “La Valle di Ezechiele“ con i detenuti della casa circondariale di Busto Arsizio è stato presentato nel corso dell’incontro “Siamo tutti VIP: persone veramente importanti” tenutosi martedì nella sala stampa della Camera dei deputati. Tra i presenti Adriana Volpe (conduttrice tv), Marco Maddaloni (campione olimpico), Orazio Sorrentini (direttore carcere Busto Arsizio), don David Maria Riboldi (fondatore de “La valle di Ezechiele”) e altri rappresentanti del mondo dello sport e dello spettacolo che hanno prestato il volto allo shooting fotografico, tappa finale di un corso di fotografia in cui i detenuti si sono messi alla prova dietro l’obiettivo.

”Un progetto interamente realizzato da detenuti, in quanto anche la stampa è stata curata dalla cooperativa Zerografica nella casa di reclusione di Bollate” tiene a precisare il direttore Sorrentini .“La conferenza stampa – aggiunge –  è stata un’occasione per riflettere su quanto i percorsi educativi e l’inclusione lavorativa siano parte integrante dell’esecuzione della pena e abbiano un ruolo determinante nella riduzione della recidiva”.

Proprio per le importanti ricadute sulla recidiva, l’area della promozione del lavoro in carcere è stata individuata come destinataria di azioni amministrative urgenti tra le iniziative proposte ai direttori dalla circolare DAP del 18 novembre 2022 che ha sintetizzato i lavori della Commissione per l’innovazione del sistema penitenziario, istituita dall’ex ministra Marta Cartabia il 20 settembre 2021.

Le cooperative e le imprese che usufruiscono degli incentivi della legge Smuraglia potrebbero essere molte di più delle attuali che occupano circa  2500 i detenuti,  pari al 13,26% sul totale dei lavoranti e al 4,5% dei presenti potenzialmente occupabili (dati statistiche DAP al 30 giugno 2022). Tra le iniziative proposte dalla circolare ai direttori degli istituti penitenziari, gli open day per mostrare a imprenditori, commercianti e associazioni che li rappresentano quanto di buono, conveniente e produttivo è possibile realizzare in carcere.