Arte in Corte d’Assise: a Milano ritratti dal vivo
28 Settembre 2022Le udienze di Corte d’Assise si trasformano in luoghi dove dipingere ritratti dal vivo. A Milano Andrea Spinelli, illustratore e live painter, è il primo in Italia a fare questo esperimento: ha realizzato alcuni disegni durante un processo per fatti di sangue, usando inchiostro e acquerello su carta. La tecnica non è una novità nel mondo anglosassone: i courtroom sketch – gli “schizzi” dei momenti salienti delle udienze nei processi di un certo rilievo – sono diffusi negli Stati Uniti sin dall’Ottocento. Non telecamere o fotografie, ma pennelli, matite e carta, per rendere l’idea delle emozioni provate dalle persone coinvolte e rappresentare visivamente i fatti. Proprio per la loro efficacia giornalistica, gli sketch venivano venduti alle redazioni.
L’iniziativa è stata sostenuta dal presidente della Corte d’Assise di Milano, Ilio Mannucci Pacini, e dal presidente facente funzione del Tribunale, Fabio Roia. “Da sette anni mi occupo di ritratti dal vivo, ma di solito per eventi e concerti”, dice Spinelli, i cui lavori sono stati pubblicati, tra l’altro, dal Wall Street Journal. “Questa estate ho avuto l’idea di sperimentare la tecnica in un’aula giudiziaria. Non sapevo che sarei stato il primo in Italia”.
Spinelli assiste alle udienze di un processo per omicidio: una donna è accusata di aver ucciso il marito. “Durante i concerti ci si diverte, anche per il solo fatto di essere lì. In Corte d’Assise, invece, si respirano l’ansia e la preoccupazione di tutte le persone coinvolte e il rigore dell’ambiente“, prosegue l’artista.
L’apparente distacco dell’atmosfera di un’aula giudiziaria cede il passo all’empatia quando si tratta di cogliere la componente emotiva: “Percepisci come si può sentire un testimone durante una deposizione per fatti gravi. Ho assistito alle crisi di pianto dell’imputata, e alla descrizione che fa il medico legale della morte di una persona. Ho cercato di riportare questo tipo di emozioni nei miei ritratti“. Spinelli è un apripista ed è fiducioso che la pratica possa diffondersi: “Questa è una prima fase di sperimentazione, ma mi piacerebbe portare avanti l’iniziativa e migliorarla, anche tecnicamente, per avere uno stile riconoscibile”. Così, con la delicatezza della carta e dei colori, si può rappresentare meglio l’umanità di chi vive un processo sulla propria pelle.