Carcere Latina: sospeso dal servizio l’Assistente Capo arrestato

Ingresso carcere di Latina
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È stato sospeso dal servizio con decorrenza immediata, con provvedimento del direttore generale del personale e delle risorse del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, l’Assistente Capo Coordinatore della Casa Circondariale di Latina, arrestato per disposizione di Giuseppe Cario, gip presso il Tribunale della città pontina.

L’inchiesta, partita dalla segnalazione di alcune anomalie che si stavano verificando in carcere fatta dei vertici dell’istituto e successivamente frutto delle indagini svolte in collaborazione da Carabinieri e uomini della Polizia Penitenziaria del reparto in servizio nel carcere stesso, ha portato all’arresto di 34 persone, accusate a vario titolo di ipotesi di reato che vanno dalla detenzione illecita allo spaccio di sostanze stupefacenti, alla corruzione, al falso ideologico e alla truffa aggravata.

Fra i destinatari del provvedimento di custodia cautelare in carcere, oltre all’Assistente Capo Coordinatore, anche un Ispettore Superiore in quiescenza: il primo accusato di corruzione, falso e violazione del testo unico sugli stupefacenti, il secondo di corruzione per un atto d’ufficio, tutti reati consumati in ambiente penitenziario.

Nel disporre il provvedimento di sospensione, in una nota il DAP “confida nel lavoro della magistratura e al tempo stesso esprime la massima fiducia nei confronti dell’operato e della professionalità degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria che quotidianamente svolgono in maniera eticamente impeccabile il loro lavoro”.

L’operazione è frutto di due anni di indagini, intercettazioni, accertamenti. Si tratta di una maxi operazione partita nel dicembre 2017, a seguito del rinvenimento di 30 grammi di cocaina in una cella del carcere di Latina. Fatti e riscontri sempre più gravi hanno portato il gip presso il Tribunale di Latina, a emettere – su richiesta dei pm Valerio De Luca e Giuseppe Bontempo – 34 misure di custodia cautelare. L’esecuzione degli ordini di arresto è avvenuta lunedì ed è stata stata affidata ai Carabinieri in forza al Reparto Operativo del capoluogo pontino.

L’inchiesta ha seguito un duplice filone: il primo diretto a smantellare una serie di attività illecite nella Casa Circondariale di via Aspromonte, l’altro condotto anche all’esterno del carcere e con l’obiettivo di spezzare un intreccio di complicità e assetti malavitosi attivi sul territorio di cui beneficiavano i capi delle organizzazioni criminali già detenuti.

Due operazioni dai nomi evocativi, “Astice” e “Petrus”: perché nel carcere, dove il blitz è scattato all’alba del 16 settembre, venivano introdotti anche liquori e prelibatezze, generi di conforto certamente non previsti dal regime detentivo. Sono stati gli stessi vertici della casa circondariale a segnalare ai carabinieri le anomalie che si erano verificate in carcere, a cominciare da una cena a base di astice. Ad aggravare la posizione delle persone coinvolte, le indagini avrebbero accertato la disponibilità di sostanze stupefacenti, consumate nei “festini” in cella, come pure di telefonini con i quali i boss ristretti nel carcere continuavano a dirigere una lucrosa attività di traffico e spaccio di droga con base a Pontinia, sul litorale laziale.