Barcellona vale un bronzo per Francesca Ciani Passeri

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Dall’oro europeo di maggio a Reggio Emilia al bronzo iridato di Barcellona: Francesca Ciani Passeri, veterana del pattinaggio a rotelle, ai Mondiali resta sul podio dei “Piccoli Gruppi” con le stesse avversarie della rassegna continentale, ma cambia l’ordine di classifica. Magari non si dovrebbe ammettere, eppure il fattore campo conta – eccome – anche sui pattini: soprattutto quando ci sono in gioco le valutazioni delle giurie. Agli Europei il Roma Roller Team, il gruppo guidato dall’atleta delle Fiamme Azzurre, aveva vinto l’oro davanti a due squadre spagnole, il Patinaje Gondomar e L’Aldea di Tarragona. Ora, al Palau San Jordi di Montjuic – nel complesso olimpico dei Giochi di Barcellona ’92 – la classifica vede davanti a tutti il club catalano di Tarragona, seguito dalla galiziana Gondomar e dalla squadra romana: piccola chiosa, nelle competizioni di pattinaggio artistico “Show & Precision”, gareggiano le formazioni di club in rappresentanza del Paese di appartenenza. Altra avvertenza: oltre al punteggio tecnico, ogni giurato compone la sua personale classifica sulla quale si fa una media di merito e per la cronaca sia Aldea sia Roma sono stai visti al primo posto da tre dei sette giurati, mentre l’ultimo avrebbe attribuito la vittoria a Gondomar. Conclusione: Tarragona ha vinto con 131.30 punti, ma Gondomar – arrivata seconda – ha ottenuto meno punti della squadra di Francesca, 128.20 per l’argento contro 129.00 del bronzo.

Giovanni Achenza Paratriathlon Fiamme Azzurre
Giovanni Achenza sul gradino più alto del podio a Magog

Nel fine settimana delle Fiamme Azzurre hanno brillato anche gli atleti paralimpici: soprattutto Giovanni Achenza, che sabato scorso ha vinto la prova di Coppa del Mondo di Magog, in Canada, nel para-triathlon in carrozzina. Già terzo nelle World Series di Montreal, il sassarese è ora al quarto posto nel ranking mondiale: primo “H1” in una classifica che vede tre atleti ”H2” (con minore grado di disabilità) davanti a lui. Sempre nella gara in Quebec la coppia formata dalla non vedente Anna Barbaro e dalla nostra Charlotte Bonin in qualità di “guida” si è piazzata al quinto posto ed ora è sesta nel ranking, seconda tra le “B1”: per loro sono i primi punti di riferimento per la classifica di merito che porterà alla qualificazione olimpica del 2020.

Già in possesso della “carta olimpica” per Tokyo sono invece i nostri arcieri paralimpici: la tappa open di European Cup a Nove Mesto, in Repubblica Ceca, ha riservato l’abituale collezione di medaglie. Doppio podio nell’arco olimpico per Elisabetta Mijno, bronzo nell’individuale (battuta per 6 a 0 la brasiliana Thais Silva Carvalho) e argento nel Mixed Team: qui in coppia con Stefano Travisani, che invece aveva perso alla freccia di spareggio la finalina contro il francese Guillaume Toucoullet. Argento anche nel compound – che a differenza di quanto avviene per i normodotati fa parte del programma paralimpico – per Alberto Simonelli nel Mixed Team, dove ha tirato in compagnia di Maria Andrea Virgilio. Dominio russo, con le prove dell’olimpico femminile firmate entrambe da Svetlana Barantseva (nella competizione di coppia con Bato Tsydendorzhiev) e quelle del compound maschile da Bair Shigaev (nel “mixed” con Stepanida Artakhinova).

 

Elena Bellò durante la gara degli Europei U20
Elena Bellò durante la gara degli 800 metri agli Europei U23

Se Letizia Paternoster – della quale trattiamo a parte – ha dominato con tre ori i Campionati Europei U23 di ciclismo su pista, i giovani della Polizia Penitenziaria sono rimasti ai piedi del podio sia nella omologa rassegna continentale di atletica a Gavle, sia negli Europei juniores di pentathlon moderno. A Gavle non è riuscito ad agguantare la medaglia dell’alto Stefano Sottile, che pure si presentava in Svezia forte della leadership stagionale con il 2.30 di un mese fa a Rieti: il 2.20 sulla pedana umida di pioggia non è stato sufficiente, perché il titolo è andato al bielorusso Maksim Nedasekau dopo una dura battaglia con il britannico Tom Gale (2.29 a 2.27), mentre per il bronzo serviva il 2.23 del polacco Norbert Kobielski. Il quarto posto di Stefano brucia senz’altro, ma rientra un po’ nelle dinamiche dello sport: il grande progresso stagionale, uscendo da un lungo periodo di stop per gravi infortuni, richiede una fase di assestamento e il grande evento è arrivato forse troppo presto. Senza medaglia, pur con ambizioni di partenza, i due ottocentisti, Elena Bellò (sesta) e il nuovo arrivo Simone Barontini (ottavo alla prima gara dopo il reclutamento in Fiamme Azzurre): ad entrambi è mancata la lucidità nel momento topico della finale, che si erano guadagnati con convincenti prove in batteria. Anche la sprinter Zaynab Dosso – che nella gara individuale si era ritrovata a correre contro un ventaccio da -4.2 m/s – ha conquistato la finale con la staffetta veloce azzurra, che ha concluso settima.

 

Giorgio Malan
Giorgio Malan ai Mondiali juniores di pentathlon

Altri piazzamenti, ma nessun metallo, dal pentatleta Giorgio Malan nei Mondiali juniores: il giovane piemontese, che aveva conquistato l’oro europeo U19 lo scorso anno, è alla prima stagione nella fascia di età U22 e a Drzonkow – la capitale polacca della disciplina – è stato 12° nella classifica individuale (migliore di un terzetto azzurro che si è piazzato quarto a squadre) e poi quinto nella staffetta mista, in coppia con Beatrice Mercuri.

 

Valentina Margaglio
Valentina Margaglio

La stagione degli sport invernali è ancora lontana, eppure l’eco dell’assegnazione dei Giochi Olimpici 2026 a Milano e Cortina  aleggia nell’aria: ecco perché fa notizia il doppio titolo tricolore – skeleton e bob – che gli atleti della Polizia Penitenziaria hanno conquistato nei Campionati Italiani estivi di spinta, proprio nella località ampezzana che ospiterà le Olimpiadi. L’impianto intitolato all’olimpionico Eugenio Monti avrà bisogno in futuro di una ristrutturazione, ma intanto il pistino “Renzo Alverà” funziona alla perfezione per la fase di spinta, gesto tecnico importantissimo per la riuscita di una discesa: Valentina Margaglio ha dominato lo skeleton femminile con 10”73 di totale nelle due discese (davanti all’aviera Elena Scarpellini, 11”11, e alla junior Alessia Crippa, 11”16), mentre nel bob a due il nostro Mattia Variola si è cimentato in coppia con Alexi Atchori (10”48), bresciano di papà ivoriano, chiudendo davanti a Ughi e Monte (10”72), e terzo il pilota delle Fiamme Azzurre Patrick Baumgartner (11”45, con D’Alessandro). Ma le buone notizie non si fermano qui: finalmente rivedremo in pista a ottobre la fiamma azzurra Mattia Gaspari, numero uno dello skeleton italiano, costretto a due interventi sul tendine che gli avevano fatto perdere anche i Giochi Invernali di Pyeongchang 2018.

Mattia Variola e Patrick Baugmartner
Mattia Variola e Patrick Baumgartner