Biennale, Nordio: “L’arte contro la cultura dello scarto”

'inaugurazione del padiglione della Santa Sede per la biennale di Venezia
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Un’insegna luminosa di un occhio sbarrato, attaccata alla torre di controllo del carcere femminile della Giudecca di Venezia. Su questa installazione del collettivo artistico Claire Fontaine riflette il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, all’inaugurazione del padiglione della Santa Sede per la Biennale, quest’anno all’interno della casa di reclusione lagunare.

“Un occhio sbarrato può significare molte cose”, dice il Guardasigilli nel suo intervento; “l’impossibilità delle detenute di vedere all’esterno, e quindi uno stato di esclusione e mancata reciprocità”. Ma al contrario, continua il Ministro, “può anche significare l’incapacità di chi sta fuori di vedere dentro il carcere, cos’è la vita carceraria; un mondo che generalmente le persone libere tendono a ignorare”.

“Siamo con voi nella notte”, una delle due installazioni del collettivo Claire Fontaine nel carcere della Giudecca. Credit: Marco Cremascoli

 

“Siamo con voi nella notte”, una delle due installazioni del collettivo Claire Fontaine nel carcere della Giudecca. Credit: VaticanNews/Franco Piroli

 

L’installazione del collettivo Claire Fontaine è tra le opere della mostra “Con i miei occhi”: in partenza il 20 aprile, vede le detenute fare da guide ai visitatori, alla scoperta di otto artisti, tra i quali anche Maurizio Cattelan, che accoglie gli ospiti all’ingresso della casa di reclusione con il murales “Father”.

'inaugurazione del padiglione della Santa Sede per la biennale di Venezia
“Father”, di Maurizio Cattelan, all’ingresso del carcere della Giudecca. Credit: Ministero della Giustizia

Il pericolo da cui mette in guardia Nordio, e che eventi del genere tendono ad arginare, è “la cultura dello scarto”, riprendendo le parole di papa Francesco che visiterà il padiglione domenica 28 aprile. Il Ministro sottolinea, inoltre, quanto la realtà carceraria sia stata una priorità “sin dal primo momento del mio insediamento”.

 

Insieme al Guardasigilli, anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Ostellari, accompagnati da José Tolentino de Mendonça, prefetto del dicastero per la cultura e l’educazione della Santa Sede e commissario del padiglione. Il cardinale si concentra sui concetti di reciprocità e trasformazione: “Abbiamo bisogno di parole nuove, diverse da quelle di quando siamo entrati”, evidenzia nel suo intervento; “chiunque viaggi in questo percorso, usando proprio cuore e occhi, contribuirà a trovarle”.

 

Nordio e Sangiuliano al padiglione della Santa Sede nel carcere della Giudecca per la Biennale di Venezia
I ministri Nordio e Sangiuliano. Credit: Ministero della Giustizia
Sinfonia, Sonia Gomes, Biennale Venezia nel carcere della Giudecca (Credit: Raffaella Calandra/Ministero della Giustizia)
“Sinfonia” di Sonia Gomes, nella cappella interna del carcere della Giudecca. Credit: Ministero della Giustizia

Il capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, sottolinea come, con iniziative come quelle con la Santa Sede “vogliamo aggiungere una terza certezza alle due comunemente citate – quelle del diritto e della pena -, ossia la certezza del recupero e della rieducazione”.

Infine, gli interventi dei curatori della mostra “Con i miei occhi”. Bruno Racine si concentra sullo sforzo di andare oltre il senso comune. “Chi entra qui deve sottoporsi a regole specifiche, ha l’impressione di essere uno straniero”, dice; “volevamo proporre qualcosa che fosse allo stesso tempo un’esperienza artistica, ma anche umana e relazionale, e in questo il coinvolgimento delle detenute era fondamentale”.

Del grande contributo delle ristrette parla anche la curatrice Chiara Parisi: “un’emozione conoscerle, ascoltarle e vederle commuoversi davanti alle opere”; tra gli obiettivi della mostra, anche quello di “trasformare donne che hanno sbagliato in risorse consapevoli”.

Credit video: VaticanNews/Franco Piroli