Operazione bomba, i dettagli dell’evacuazione del carcere di Brindisi

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La complessa operazione di evacuazione di tutti i detenuti del carcere di Brindisi, allontanati per motivi di sicurezza a seguito del ritrovamento nei pressi di un ordigno della seconda guerra mondiale, avvenuta tra sabato e domenica scorsi, si è conclusa con successo.

La bomba di fabbricazione inglese, contenente 40 chili di esplosivo, era stata trovata il 2 novembre durante i lavori di ampliamento di una multisala cinematografica nel quartiere Bozzano a Brindisi e, da subito, si era messa in moto la macchina organizzativa per mettere in sicurezza l’area circostante e consentire l’intervento degli artificieri dell’Esercito.

A causa delle caratteristiche della bomba e delle condizioni del dispositivo di innesco, la Prefettura di Brindisi ha adottato una serie di accorgimenti per garantire l’incolumità dei residenti. Per questo, nel perimetro di 1.600 metri dal punto in cui si trovava il reperto bellico, è stato necessario evacuare circa 54mila persone, con contestuale interruzione della circolazione stradale, ferroviaria e momentaneo stop al traffico aereo. E, fra questi, tutti i detenuti del carcere di Via Appia.

“Alle ore 16,30 di sabato 14 dicembre, quando anche l’ultimo detenuto è stato allontanato dall’istituto per essere trasferito nella Casa Circondariale di Lecce, il clima che si respirava all’interno del carcere era davvero surreale”, ha ammesso la direttrice dell’istituto Anna Maria Dello Preite. Dalla direttrice poi sono arrivate parole di elogio a tutto il personale di Polizia Penitenziaria coinvolto nell’operazione.

“Quando l’ultimo detenuto alle ore 16.15 di domenica 15 è rientrato in istituto – conclude Dello Preite -, abbiamo tutti tirato un respiro di sollievo per la buona riuscita del trasferimento, conclusosi senza nessun episodio critico”.

In un primo momento, in considerazione del grave sovraffollamento nei restanti penitenziari pugliesi, si era pensato di trasferire i detenuti, tutti di media sicurezza, presso istituti fuori dalla regione. Successivamente è stato individuato, nel carcere Borgo San Nicola di Lecce un padiglione nuovo, consegnato in anticipo dalla ditta appaltatrice. E’ stata questa la destinazione prescelta, una soluzione che ha consentito impegni meno gravosi di uomini e mezzi.

Imponente il dispiegamento di forze pianificato dall’Ufficio delle Traduzioni e della Sicurezza del Provveditorato regionale di Bari. A organizzare le operazioni è stato il Commissario Coordinatore Roberto Mango: che così ha riepilogato i dettagli dell’intervento: “Il 14 dicembre sono stati tradotti dalla sede penitenziaria di Brindisi a quella di Lecce 171 detenuti, poi ricondotti il giorno successivo di nuovo a Brindisi. Hanno partecipato alle operazioni 87 unità di Polizia Penitenziaria e sono stati utilizzati 6 autobus per trasporto detenuti, 8 radiomobili e un veicolo specializzato. Tutto si è svolto in un clima sereno grazie alla professionalità di tutto il personale coinvolto”.

“Ci sono giorni – ha concluso Mango – in cui si è particolarmente e profondamente orgogliosi di indossare l’uniforme della Polizia penitenziaria”.

Nell’immagine di copertina (foto Ansa) la zona dove è stato rinvenuto l’ordigno.

 

Giuseppe Abbatepaolo è il referente per la comunicazione del Provveditorato Puglia e Basilicata