Bonafede: “Ai ragazzi dell’IPM di Bari ho raccontato la storia di Marco Vannini

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Rispondendo a una domanda posta da un ragazzo dell’’Istituto penale minorile di Bari ‘Nicola Fornelli’ il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha fatto riferimento al caso di Marco Vannini, il ragazzo morto a casa dei genitori della fidanzata il 18 maggio 2015.

L’evento si è svolto questa mattina all’’Istituto penale minorile di Bari dove il Guardasigilli ha firmato, assieme al presidente della Camera Roberto Fico e al ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, il rinnovo del protocollo dei Percorsi di cittadinanza – La Camera incontra i giovani sulla diffusione dei valori della Costituzione.

“Ci racconta una sua amarezza, delusione, difficoltà del momento?” ha chiesto al ministro uno dei ragazzi dell’istituto penale minorile durante l’incontro nella palestra della struttura. Il Guardasigilli, rispondendo al giovane, ha detto: “Come ministro la parte più dolorosa del mio lavoro è l’incontro con le persone che hanno subito delle ingiustizie e che chiedono che lo Stato gli dia giustizia”.

“Come ministro della Giustizia – ha aggiunto il Guardasigilli – io non posso intervenire sulle valutazioni dei giudici perché influenzerei i magistrati, però posso stare vicino a quelle persone che sono in attesa di quella risposta di giustizia. Ed è un momento di grande sofferenza. Mi riferisco ai familiari delle vittime delle stragi, penso per esempio ai parenti delle persone morte nell’incendio della stazione di Viareggio o nel rogo delle acciaierie ThyssenKrupp. Recentemente ho incontrato i genitori di Marco Vannini, il ragazzo di 20 anni morto in circostanze particolarmente misteriose nel 2015”.

“C’è un processo che sta andando avanti – ha concluso Bonafede – e io non entro nel merito, però è giusto che le istituzioni non perdano mai il coinvolgimento nella sofferenza altrui, perché quella sofferenza è la molla che ti fa capire ogni giorno che dal tuo lavoro, dal tuo buon lavoro, dipende la qualità della vita delle persone”.