Bonafede: “Giustizia dia risposte complete e certe al cittadino”

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“I tavoli per la riforma del processo penale e civile, con cui il Ministero si è confrontato con avvocati e magistrati, sono ormai alla fase conclusiva: sul civile siamo davvero a buon punto, mentre sul penale c’è ancora qualche limatura da fare. Occorre dare una risposta piena e completa ai cittadini che si rivolgono alla giustizia. Questo è il traguardo che non va mai perso di vista”. Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è intervenuto, in Corte d’appello a Roma, al convegno sul ruolo e la riforma del giudizio di secondo grado. Il Guardasigilli ha illustrato lo spirito dell’intervento di riscrittura delle norme processuali: “La riforma prevede una semplificazione del processo, a cominciare dalla fase delle impugnazioni, unificando le modalità di presentazione del ricorso. Si pensa, inoltre, a eliminare i momenti processuali meramente dilatori, ragionando anche sulla cancellazione del filtro in appello”.

Bonafede ha, inoltre, ricordato l’intervento del Governo in tema di prescrizione con la sospensione dopo la sentenza di primo grado: “L’idea che abbiamo perseguito è quella di un sistema di giustizia che, una volta superato il primo grado di giudizio, non può poi permettersi di non dare una risposta al cittadino. La scelta di posticipare l’entrata in vigore della riforma della prescrizione al 2020, dopo la revisione delle regole processuali, serve proprio a permettere al sistema processuale di assorbire gli effetti della nuova disciplina dei termini prescrittivi. Siamo consapevoli che per assicurare un servizio efficiente e di qualità ai cittadini serva un intervento strutturale. La prescrizione era l’alibi del legislatore per non prendersi la responsabilità dell’incapacità del sistema di dare risposte ai cittadini. Con la nostra riforma quest’alibi viene meno”.

Sul tema specifico del processo di secondo grado il Guardasigilli ha precisato che: “L’approccio al giudizio d’appello non può essere numerico: dobbiamo sempre ricordarci, infatti, che così come l’intero sistema delle impugnazioni, non è un mero passaggio burocratico ma il canale con cui la giustizia tenta di avvicinare il più possibile la verità processuale alla verità storica. E’ un diritto delle parti avere un ulteriore momento di accertamento per eliminare eventuali errori nel giudizio”.

Il Guardasigilli ha, poi, ricordato gli impegni già assunti dal Governo per migliorare il funzionamento della macchina giustizia: “Siamo già intervenuti sul rafforzamento delle strutture, basti pensare all’ampliamento della pianta organica di 600 magistrati, qualcosa che non si era mai visto in Italia. Ricordo anche che nell’ambito del provvedimento su ‘quota 100’ c’è una deroga prevista solo per la giustizia.  Sull’edilizia giudiziaria, infine, ci sono numerosi progetti avviati, anche con norme per accelerare le procedure”.