Bonafede in visita a Marsala: “La giustizia non può più aspettare”

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“I lavori di costruzione della struttura del nuovo tribunale di Marsala sono iniziati nel 2007, mentre il progetto è del 2000. E anche altrove i tempi sono stati di 10 o 15 anni. Questa è l’immagine di come sono andate finora le cose per la giustizia in Italia. Il messaggio che voglio dare è che la giustizia non può più aspettare ed è un messaggio per tutti i territori che da dieci o quindici anni attendono delle svolte”. Così il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, durante la visita di oggi al Palazzo di giustizia di Marsala, dove ha incontrato i vertici di tribunale e Procura. Il nuovo Palazzo di Giustizia marsalese entrerà in funzione a partire dal prossimo 1° ottobre.

Il Guardasigilli, dialogando con gli avvocati, il personale amministrativo e i vertici degli uffici giudiziari della città siciliana, ha illustrato l’impegno del governo per rilanciare l’efficienza e la qualità del servizio giustizia a beneficio dei cittadini: “Abbiamo trovato un sistema al collasso sotto tanti punti di vista, da quello del personale all’edilizia. E questo perché prima lo Stato non metteva la giustizia tra le priorità del Paese. Noi, nella legge di bilancio, abbiamo inserito l’aumento della pianta organica con l’assunzione tramite concorsi di tremila unità di personale amministrativo e 600 magistrati”.

Visitando i locali del nuovo Palazzo di Giustizia di Marsala, la cui cerimonia di inaugurazione è prevista per l’11 ottobre, il Guardasigilli ha aggiunto: “Il tribunale di Marsala rappresenta un’eccellenza a livello nazionale, come dicono i numeri delle cause smaltite, ma costituisce soprattutto un presidio di legalità in un territorio con un alto livello di infiltrazione della criminalità organizzata. Lo Stato deve custodire questi presidi di legalità dando segnali di vicinanza. L’apertura del nuovo tribunale è un momento importante per questo territorio”.

Bonafede ha spiegato che proprio in questi giorni sta firmando i provvedimenti per avere 4500 unità aggiuntive entro i prossimi due anni: “Per la prima volta stiamo prevedendo una pianta organica flessibile, una sorta di task force che si potrà collocare sul territorio a seconda delle esigenze degli uffici giudiziari. La giustizia, finora, ha funzionato anche grazie ai precari della magistratura, vice procuratori e giudici onorari. Noi abbiamo pensato anche a loro. Avranno una vita più dignitosa. Lo Stato non può contrastare il lavoro nero e poi comportarsi come è stato fatto con i precari della giustizia”.

Durante l’incontro con il ministro Bonafede, il presidente del Tribunale di Marsala, Alessandra Camassa, ha spiegato che il circondario marsalese ha esigenze particolari: “Qui ci sono i processi al clan Messina Denaro. Nel giro di un anno questo Tribunale avrà una scopertura del 33%. Nel tentativo di catturare il latitante Messina Denaro negli ultimi decenni sono nati decine di processi contro i suoi accoliti e quindi c’è un arrivo continuo di procedimenti della Distrettuale con un indotto di rilievo”.