Bonafede: “Le carceri diventino luogo di riscatto e cambiamento”

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link


“La legalità è precondizione irrinunciabile di qualsiasi cammino di realizzazione del cittadino. Giustizia e legalità sono due componenti essenziali per esercitare una cittadinanza attiva, consapevole e proficua. L’università, così come la scuola, in quanto basilari istituzioni educative, culturali e arene dove si sperimenta la passione per la conoscenza e per il confronto tra le idee, possono e devono svolgere un ruolo decisivo in questo sforzo di diffusione tra le nuove generazioni dei valori della solidarietà, della responsabilità sociale, del rispetto, dell’uguaglianza: principi che costituiscono la fedele e concreta attuazione della nostra Carta Costituzionale”. Con queste parole il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, è intervenuto alla cerimonia conclusiva della seconda edizione del Progetto Legalità e Merito, frutto di un Protocollo d’Intesa tra Autorità nazionale anticorruzione, Direzione nazionale antimafia, Consiglio superiore della magistratura e università Luiss.

Il progetto, che ha visto la collaborazione del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del ministero della Giustizia, ha coinvolto, oltre all’ateneo romano e diverse scuole superiori del Paese, anche gli istituti penali minorili di Nisida e Roma-Casal del Marmo. Una scelta che, secondo il ministro Bonafede, rappresenta una nota di merito indiscussa del protocollo: “Le carceri devono diventare luoghi dove si prepara il riscatto e il cambiamento di persone che hanno commesso errori ma che meritano una seconda opportunità. Per dare sostanza alla funzione rieducativa della pena, sancita dall’articolo 27 della nostra Costituzione, il ministero della Giustizia, in sinergia con gli enti territoriali, sta investendo su progetti di risocializzazione fondati sull’arte, la cultura, lo sport e il lavoro di pubblica utilità. L’investimento sulla dimensione culturale ed educativa è, perciò, un fondamentale investimento nella prevenzione dell’illegalità e, di conseguenza, nella sicurezza a beneficio di tutti i cittadini. La cultura e il lavoro rappresentano il ponte verso un’esperienza di vita nuova e diversa. Recuperare anche un solo minore alla vita onesta significa sottrarre risorse al crimine organizzato e assicurare maggiori opportunità di sviluppo economico, sociale e culturale al Paese”.

Il Guardasigilli ha concluso il suo intervento rivolgendo un messaggio ai giovani studenti, protagonisti del futuro del Paese: “L’istruzione e la legalità sono il mezzo per raggiungere i propri sogni, per seguire le proprie aspirazioni, per realizzarsi in modo consapevole all’interno di una società più libera e giusta. La giustizia non è mera applicazione delle norme. E’ prima ancora consapevolezza del valore profondo della legalità. Il sistema giustizia può funzionare davvero soltanto se la cultura della legalità e del rispetto delle regole viene posta alla base della vita sociale”.