Bonafede: “Le riforme vanno fatte per stabilizzare il sistema”

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Intervenendo al seminario organizzato dal Rotary di Pisa alla Scuola Sant’Anna di Pisa sulla riforma della giustizia, il Guardasigilli Alfonso Bonafede ha fatto il punto sulla situazione della macchina della Giustizia in Italia. “E’ inutile pensare a qualsiasi intervento normativo in materia di riforma della giustizia – ha dichiarato il ministro – se prima non pensiamo agli investimenti che devono essere fatti per le infrastrutture della giustizia. Mi riferisco in particolare all’aspetto legato al personale, visto che non è possibile che il numero esiguo dei magistrati e degli amministrativi renda praticamente impossibile soddisfare l’esigenza di giustizia dei cittadini”.

Un passaggio dell’intervento di Bonafede ha riguardato i progetti di riforma: “Le riforme principali che abbiamo in mente nel campo della giustizia sono di due tipi ed entrambe saranno contenute in uno stesso disegno di legge delega. Si tratta della riforma del processo civile e la riforma del processo penale”.  “Voglio dire però – ha precisato il Guardasigilli – che per me ‘riforma’ non vuol dire aggiungere nuove norme. Per me ‘riforma’ vuol dire intervento non per indebolire il sistema attuale, ma per renderlo più stabile e forte togliendo innanzitutto ciò che è superfluo. Il sistema per come è attualmente è destinato al collasso”.

Bonafede ha poi parlato dell’istituto della prescrizione e della sfiducia che i cittadini ripongono sull’efficienza della giustizia. “Credo che sulla prescrizione il Paese debba voltare pagina rispetto al passato ed è questo il mio impegno – ha detto il ministro – nel contraddittorio sia con il mondo accademico che con l’avvocatura e la magistratura. Credo che sia necessario dare questo tipo di risposte ai cittadini per recuperare fiducia nel sistema della giustizia e credibilità dello Stato verso il quale, ci scommetterei, in questo momento è visto con sfiducia dal 90% degli italiani”.

Nel suo intervento dal palco della Scuola Sant’Anna, il Guardasigilli si è anche espresso sul concetto di ‘sicurezza’ nei luoghi della giustizia. “Non è più accettabile che si possa
ospitare la giustizia in luoghi in cui non vengono rispettate le norme minime di sicurezza – ha dichiarato Bonafede -. Quando un imprenditore che spesso è costretto ad osservare centinaia di norme di sicurezza entra in un tribunale e scopre che in quel tribunale non vengono rispettate nemmeno le norme minime di sicurezza, in quel momento ne va di mezzo la credibilità dello Stato. E questa credibilità noi la dobbiamo recuperare”. “Vogliamo investire su quelli che sono i procedimenti alternativi – ha poi continuato il ministro della Giustizia – Finora noi abbiamo investito pochissimo sul patteggiamento. Negli Stati Uniti solo il 10 per cento dei processi arriva al dibattimento. In Italia le percentuali sono esattamente al contrario. Non possiamo più permetterci che il 90 per cento delle cause vada a dibattimento”.

Sull’argomento della violenza di genere, Bonafede ha citato il progetto di legge Codice Rosso ricordando che si tratta di “un codice che detta i tempi necessari per dare una risposta a tutte quelle donne che trovano il coraggio di denunciare soprusi e violenze ma che poi per varie situazioni che si vengono a creare trovano uno Stato lento nella risposta”.