“Grazie all’agente che ha salvato madre e figlie da un incendio”

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“Voglio esprimere tutta la mia stima e il ringraziamento a Massimo Rupe, Assistente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria, in servizio nel carcere di Sollicciano, per aver salvato due bambine durante un incendio scoppiato di notte a Marina di Grosseto dove l’Assistente Capo era in vacanza con la sua famiglia – così il  Ministro della Giustizia ha commentato in un messaggio  il gesto dell’Assistente Capo di Polizia Penitenziaria che giovedì scorso, dopo aver messo in salvo i suoi familiari è rientrato nello stabile per portare fuori le persone imprigionate dal fumo nell’attico – Gesti eroici come questo – ha proseguito il Ministro – avvengono quotidianamente nelle carceri e fuori ed è stata e sarà mia cura, attivare tutte le procedure per valorizzare e premiare azioni meritorie come questa”.

“Sono stato svegliato dalle grida di una donna che provenivano dall’attico della palazzina che stava andando a fuoco – racconta Massimo Rupe  – Ho lasciato subito l’appartamento  con la mia famiglia come hanno fatto gli altri abitanti dello stabile allarmati da quanto stava succedendo”. Una  volta fuori dalla palazzina con gli altri inquilini,  si è accorto però  che dall’attico continuavano a provenire grida: la donna e le due bambine erano sul terrazzo circondate dal fumo.

“Sono rientrato portando con me l’estintore e sono salito fino all’ultimo piano pensando di utilizzarlo per contenere  l’incendio in attesa dei Vigili del Fuoco  – continua Rupe  – Ma quando sono arrivato il  fumo era così denso da non riuscire a respirare. Il marito stava cercando di spegnere le fiamme in cucina da dove probabilmente si erano sviluppate gettandovi acqua, mentre  la moglie e le bambine dal terrazzo gridavano per richiamare  l’attenzione.  Mi sono subito reso conto che l’incendio era troppo sviluppato per riuscire a spegnerlo e ho pensato subito a porre in salvo madre e figlie . Per raggiungerle ho dovuto spaccare una porta finestra, poi mi sono fatto  passare le piccole dalla madre da una fessura larga 20 centimetri. Lei era in stato di panico continuava a gridare. Abbiamo avuto tutti tanta paura».

Non solo l’Assistente Capo e la famiglia tratta in salvo hanno temuto il peggio “Anche mia moglie e i miei figli erano molto spaventati, ma io non ho avuto esitazioni: ho seguito un corso di sicurezza e antincendio, anche se questo non mi ha impedito di avere paura quando mi sono trovato sull’ attico. Però ho solo pensato a portare via quelle persone”.
Massimo Rupe  si commuove nel rievocare la vicenda e sembra sorpreso dal clamore che ha suscitato un gesto che “non ha nulla di eccezionale” afferma da persona abituata a svolgere ogni giorno,in silenzio,  mansioni spesso pesanti e pericolose.

In proposito, il Ministro Bonafede ha voluto anche sottolineare nel suo messaggio quanto ha riferito anche il Comandante: “Il Commissario Coordinatore Massimo Mencaroni, Comandante del carcere di Firenze Sollicciano, mi dice che il comportamento di Rupe è la dimostrazione di un encomiabile servizio e senso del dovere tenuto lungo tutta la sua carriera.”