Camera dei Deputati: la ministra Cartabia risponde al Question Time

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Alla Camera, la ministra della Giustizia Marta Cartabia, risponde all’interrogazione dell’onorevole Colletti sugli effetti della riforma del processo penale

Il quesito riguarda la durata media dei procedimenti penali presso le Corti d’appello, “mediamente pari a circa 759 giorni”, che rappresenta “un vero e proprio collo di bottiglia della giustizia penale, dove si intasa e si rallenta l’intero iter processuale”. L’interrogante (Colletti), riferendosi alla riforma del processo penale allo studio, chiede di sapere “se il Governo abbia adeguatamente considerato le forti criticità connesse all’entrata in vigore di  meccanismi di improcedibilità, connessi esclusivamente ai termini di durata massima dei giudizi di impugnazione, valutando gli eventuali strumenti alternativi per migliorare l’efficacia delle corti di appello, in base all’analisi delle statistiche di riferimento a propria disposizione e verificando ad oggi il numero di procedimenti in appello che durano più di due anni al Centro-Sud”.

Nella sua risposta la Ministra, facendo anche riferimento alla visita che proprio ieri, 20 luglio, l’ha condotta negli uffici giudiziari di Napoli, ha rappresentato la situazione di quel distretto quale paradigma delle difficoltà in cui versano molti altri distretti, in particolare quelli del Sud d’Italia. Non disconoscendo, però, la presenza di realtà molto virtuose, come quella di Palermo “che non  ha meno difficoltà di Napoli, ma funziona con ritmi ben diversi”, Marta Cartabia ha puntualizzato che: “E’ proprio per questi problemi che già esistono, che è necessario metter mano alla riforma e ai progetti complessivi a cui stiamo lavorando”. Riforma che è complessiva e che si inserisce in un quadro di investimenti importanti sulle risorse umane: concorsi, istituzione dell’ufficio per il processo. Ma, soprattutto, la Ministra ha voluto chiarire che “i procedimenti di mafia e terrorismo non andranno in fumo, perché i procedimenti che sono puniti con l’ergastolo non sono soggetti ai termini dell’improcedibilità. Per i reati più gravi, inoltre, si prevede una possibilità di proroga”. Da ultimo, la Guardasigilli ha ricordato che “la riforma prevede un ingresso graduale, grazie a una norma transitoria che consentirà agli uffici che sono in maggiore difficoltà, di adeguarsi, sfruttando anche i molti investimenti e della digitalizzazione per poter essere al passo con i tempi”.