Canicattì, la dimora di Rosario Livatino è ‘Casa della Memoria’

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La morte di Rosario Livatino, per mano di sicari mafiosi, risale al 21 settembre 1990, ma a distanza di oltre 30 anni il giovane magistrato agrigentino resta un simbolo della forza e della lotta delle istituzioni nei confronti della criminalità organizzata.

Ecco perché l’Associazione Nazionale Case della Memoria ha voluto aggiungere un altro significativo frammento al ricordo del suo sacrificio, riconoscendo ufficialmente la residenza di famiglia dei Livatino a Canicattì nel novero dei beni culturali che contribuiscono alla conservazione della memoria storica collettiva.

Le basi per questo passaggio erano già state poste negli anni: inizialmente per volere dei genitori e poi degli eredi di Rosario Livatino, che avevano voluto mantenere intatto l’immobile di via Regina Margherita 166, così come si presentava il giorno della morte del giudice. Successivamente grazie alla Sovrintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, che dal 2015 ha posto il vincolo di tutela sulla casa e i beni mobili in essa custoditi.

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La facciata esterna di casa Livatino a Canicattì

Ora, giunti alla fine del processo di conservazione e di acquisizione di una dimora di elevato valore simbolico, il presidente dell’Associazione Adriano Rigoli ha voluto spiegare il senso dell’iniziativa: “Questa adesione rappresenta un primo importante passo per la nostra rete di Case della Memoria, costituisce l’apertura verso la tutela di una memoria di valore non solo storica e culturale, ma anche sociale e civile nel senso più profondo. Siamo felici di accogliere la casa di Rosario Livatino, la cui vita è stata esempio di grande rettitudine morale”.

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La stanza/studio di Rosario Livatino

Oltre al riconoscimento delle amministrazioni pubbliche per la coscienza civile e il senso di legalità dimostrato nella sua carriera di magistrato, la Chiesa Cattolica ha voluto ricordare la figura del giudice Livatino anche per la profonda fede cristiana, avviando la causa di beatificazione. Un aspetto personale che i rappresentanti della famiglia tengono ancor oggi a mettere in evidenza: “Nella camera/studio di Rosario si percepisce, ancora oggi, il suo spirito e la sua tempra fortificata dalla grazia di Dio. Tra i vari libri, codici, riviste e film in vhs è possibile comprendere quali fossero i suoi interessi: tendenti ai principi di giustizia e cristianità con un pizzico di sano umorismo. L’ordine schematico dei propri effetti e la semplicità della sua camera ci lasciano immaginare come i suoi ideali fossero ben chiari al suo pensiero”.