Carcere Sanremo: nessuna tentata rivolta, solo tre detenuti ubriachi

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Nessuna tentata rivolta, come eccessivamente comunicato da una nota sindacale; ma solo gli effetti incontrollabili dei fumi dell’alcol alla base di quanto accaduto la scorsa notte nella Casa di reclusione di Sanremo.

Le escandescenze sono state causate dallo stato di alterazione dovuto all’ebbrezza di un detenuto (presumibilmente provocata dall’alcol ricavato dalla macerazione di frutta) e hanno riguardato tre detenuti di nazionalità tunisina.

La relazione di servizio del personale di Polizia Penitenziaria chiarisce infatti che tutto è iniziato con il mancato invio in pronto soccorso di uno di loro, ritenuto inopportuno e non necessario dal medico di turno. Una volta riaccompagnato nella sua stanza, a causa dello stato di alterazione già in corso e spalleggiato da altri due compagni, è partita la protesta: i tre hanno prima “iniziato a procurarsi delle lesioni da taglio sull’addome e poi, imprecando contro il medico, hanno cominciato a spaccare tutto ciò che si trovava in cella: tavolo, sgabelli, tv, le ante dell’armadio, lanciando tutto attraverso le sbarre nel corridoio della sezione”.

Il clamore provocava la protesta rumorosa dei detenuti della altre sezioni, infastiditi da quello che i tre stavano provocando. All’arrivo sul posto del Comandante insieme a un contingente di uomini, “i tre detenuti, separatamente, venivano accompagnati presso la locale infermeria per le cure del caso”. Qui il sanitario di turno riscontrava “ferite autoprovocate sull’addome e sull’avambraccio in paziente rallentato e confuso in evidente stato di ebbrezza” per il più facinoroso e “ferite autoprovocate al tronco e all’arcata sopraccigliare” per gli altri due. Al termine delle visite mediche i tre detenuti venivano sistemati, provvisoriamente, in tre celle separate, avendo reso la loro cella inagibile.

Per contrastare il fenomeno della macerazione della frutta al fine di produrre alcol in cella, spesso causa di comportamenti violenti da parte di detenuti, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha allo studio alcune soluzioni.