Carceri, 57 nuovi direttori. Cartabia: “Con lavoro di squadra, cambiamento possibile”

Nuovi direttori carceri
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Dopo 25 anni arrivano finalmente nuovi direttori negli istituti penitenziari italiani. Sono 57 e iniziano oggi una formazione specifica che si terrà in parte “on the job” per consentire ai corsisti di entrare subito nella dimensione reale del mondo penitenziario. Si vanno ad aggiungere ai 37 dirigenti destinati all’esecuzione penale minorile e di comunità che hanno iniziato la formazione il 5 settembre.

Tra le più rilevanti criticità riguardanti il carcere c’è proprio scarsità di personale dirigenziale che ha costretto direttori a dividersi tra più sedi, a volte anche lontanissime. Lo ha ricordato la ministra della Giustizia Marta Cartabia, intervenuta stamani alla presentazione del corso presso la Scuola Superiore dell’Esecuzione Penale “Piersanti Mattarella”.

“Il vostro ingresso – ha detto la Guardasigilli, rivolta ai futuri direttori – interrompe una prolungata assenza, che ha contribuito ad aggravare le condizioni di difficoltà di molte carceri. Ora non si aspettino altri 25 anni: va assicurata regolarità in tutti i concorsi del settore giustizia. Una presenza costante alla guida di un istituto – ha sottolineato – fa la differenza nel far vivere il carcere come parte integrante della comunità civile. Con un sapiente lavoro di squadra, il direttore può favorire la fiducia nel cambiamento possibile”.

L’importanza della figura del direttore penitenziario “garanzia di equilibrio, legalità e visione nell’attuazione in carcere dei principi costituzionali” è stata sottolineata dal Capo DAP, Carlo Renoldi. “Un’importanza che si coglie soprattutto nelle direzioni degli istituti, vero core business, ambito essenziale e nevralgico dell’Amministrazione”
“Tra le competenze richieste a un direttore – ha specificato Renoldi – molto importante la capacità di relazione con tutti, operatori, colleghi e con i detenuti, persone che hanno commesso degli errori, ma che non cessano per questo di essere persone”.

Capacità relazionale evidenziata tra le competenze richieste ai nuovi direttori anche da Massimo Parisi, dirigente generale del Personale e delle Risorse che ha invitato i corsisti “a non lasciarsi soffocare dalle responsabilità e a lavorare per un’amministrazione che non resti sulla difensiva ma che getti il cuore oltre l’ostacolo.”
Per Gianfranco De Gesu, direttore Generale Detenuti e Trattamento,  “l’umanità è una delle qualità in grado di assicurare al direttore penitenziario autorevolezza”. Umanità da declinare anche nel senso dell’umiltà, secondo Carmelo Cantone, vice capo DAP: “un buon direttore deve avere la capacità di recepire le valide sollecitazioni provenienti da chiunque: volare alto e contemporaneamente, raso terra” ha aggiunto.

Marta Cartabia, al termine dell’incontro , introdotto e moderato da Pietro Buffa, direttore generale della Formazione, ha lasciato ai futuri dirigenti una copia del suo scritto “Filtrerà sempre un raggio di sole”, titolo preso in prestito dalle parole di Eugenio Perucatti, direttore “visionario” dell’ex carcere di Santo Stefano dal 1952 al 1961, un innovatore che credeva nella possibilità di miglioramento dell’uomo.
“Ci sono tante crepe nel nostro sistema penitenziario – ha concluso la Ministra rivolgendosi ai neo direttori – “Grazie al vostro lavoro potete far sì che quelle crepe possano essere lo spazio in cui entri un raggio di sole per tutti”.