Carceri, Bonafede ai cappellani: “Grazie perché ridate fiducia e speranza”

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“I cappellani svolgono un ruolo fondamentale nel percorso di rieducazione di chi ha commesso errori, nell’interesse non solo dei detenuti stessi ma di tutta la collettività. Incarnano un volto buono ma al contempo severo, si fanno testimoni della parola di Dio e portano, in luoghi dove per troppo tempo lo Stato è risultato assente, un messaggio di serenità e di speranza a chi si sente abbandonato”. Con queste parole il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha preso parte al brindisi augurale di buon anno organizzato da don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani nelle carceri italiane: “Per me – ha proseguito il Guardasigilli – è un vero piacere vivere un momento di condivisione con chi svolge una missione spirituale ma anche sociale e morale. Grazie ai cappellani i detenuti comprendono l’importanza di un possibile cambiamento e imparano ad apprezzare la legalità non come dovere ma come amore per le regole e come segno di rispetto nei confronti degli altri”.

Don Raffaele Grimaldi, per più di 20 anni cappellano del carcere di Secondigliano a Napoli, e ora alla guida dei 250 cappellani presenti nelle carceri italiane, ha sottolineato il delicato ruolo svolto dai cappellani nelle strutture penitenziarie con “passione e in modo riservato. L’azione pastorale nelle carceri non riguarda solo i detenuti ma tutti quelli che operano nelle strutture di pena. Tendere una mano e donare fiducia è certamente un investimento sulla responsabilità di coloro che hanno vissuto la loro vita nell’illegalità, e sono consapevoli e bisognosi di risarcire il danno arrecato”.