Carceri, Cartabia: “Tutela salute mentale priorità assoluta”

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La salute mentale in carcere è una priorità assoluta, a garanzia di tutti. Parte da qui la ministra della Giustizia Marta Cartabia intervenendo alla seconda conferenza sulla salute mentale “Per una Salute Mentale di Comunità”, promossa dal Ministero della Salute.

“La priorità è assoluta sia sul fronte della salute del singolo quanto su quello della sicurezza collettiva. A tutela dei detenuti e di chi presta il suo servizio lavorativo in carcere: il carcere è una comunità, una comunità stretta e chiusa dove i problemi di salute psichica latenti vengono all’evidenza e portano gravi disagi e rischi per tutti” – ha commentato la ministra rivolgendosi alle autorità sanitarie come  le sole competenti per la cura della salute mentale in carcere, perchè assicurino una adeguata assistenza ai detenuti e perchè prestino attenzione a cosa accade al di là delle mura.

Affrontando il delicato tema dei suicidi, la ministra ha parlato di numeri troppo alti: sono 62 i detenuti deceduti nel 2020 e nel 2021 pari a 26. E per il personale si parla nel 2020 di un numero pari a 6 e nel 2021 a 4. E troppo numerosi – ha aggiunto – sono anche gli episodi di aggressione al personale che lavora nelle carceri. Dove manca la cura della salute mentale – ha osservato – il carcere diventa una polveriera”.

“Nelle carceri, servono più medici e soprattutto servono più specializzati nella cura della mente, oltre che delle ferite del corpo” ha poi aggiunto – Per la ministra il problema della salute mentale in carcere richiede interventi a vari livelli: ci sono i malati che devono essere seguiti nelle cosiddette Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, e ci sono i detenuti con disturbi tali da non richiedere il ricovero, ma ugualmente col diritto di ricevere l’assistenza necessaria, di nuovo: per il bene del singolo e di tutta la comunità carceraria.

“La domanda di ricovero nelle Rems  è ben più alta della capacità di accoglienza. Le Rems sono 30 sul territorio nazionale, per 709 posti complessivi. Ma ci sono molte persone in lista di attesa, in attesa di essere ricoverate. E soprattutto oggi abbiamo un problema urgentissimo e assai grave che è stato portato anche all’attenzione della Corte europea dei diritti dell’uomo: 71 persone che si trovano in carcere mentre dovrebbero essere ricoverate nelle REMS. Stiamo prendendo provvedimenti urgentissimi perché questa situazione è semplicemente inaccettabile e richiede un intervento indifferibile” ha sottolineato la ministra specificando che “la realtà mostra che il bisogno di cura mentale in ambiente protetto (anche per ragioni di sicurezza) è di gran lunga superiore alle capacità di accoglienza, con la conseguenza che nei nostri penitenziari ci sono persone che lì non dovrebbero starci”.