Carceri: “Liberi di lavorare”, seminario a Venezia

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Di lavoro in carcere non si parla mai abbastanza. E quando accade, non sempre si ascoltano le voci di tutti i soggetti coinvolti, così che il quadro che ne esce offre spesso una visione solo parziale del tema. Ma non sempre va così.

A Venezia, nella Chiesa conventuale Santa Maria Maddalena, interna alla Casa di reclusione femminile della Giudecca, si è svolto ieri, 22 settembre, l’incontro “Liberi di lavorare”. E a parlare di opportunità lavorative e formazione professionale della popolazione detenuta, ma anche di difficoltà e nodi da risolvere stavolta c’erano tutti: rappresentanti del Governo, del Ministero della Giustizia, dell’imprenditoria, delle cooperative sociali, giornalisti, dirigenti dell’Amministrazione penitenziaria, direttori di istituto, appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria e una rappresentanza di detenute lavoranti.

L’incontro nasce dall’interesse manifestato dalla testata giornalistica della Rai del Veneto di raccontare le esperienze dei detenuti impiegati in attività formative e lavorative nelle carceri della regione. Vengono realizzati diversi servizi giornalistici negli istituti di Verona, Vicenza, Belluno e Venezia, con approfondimenti dedicati anche alla situazione detentiva femminile. Si parla di lavoro e formazione professionalizzante, si affrontano i temi del riscatto e della recidiva, vengono mostrati i laboratori e le officine dove si svolgono le attività trattamentali e raccolte le voci di detenuti, direttori, educatori, poliziotti penitenziari e rappresentanti delle cooperative e delle aziende coinvolte.

I servizi vanno in onda nei tg regionali tra febbraio e marzo scorso, suscitando grande interesse sul territorio e vengono successivamente rielaborati dalla Tgr Veneto in versione podcast. Ma c’è interesse ad approfondire ancora l’argomento del lavoro in carcere, così il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria competente per il territorio del Triveneto, su indicazione del Capo del Dap, organizza il confronto odierno ospitando tutti i soggetti coinvolti nell’istituto femminile della Giudecca.

L’incontro si è aperto con i saluti del direttore della Casa di reclusione Maria Grazia Bregoli e del Provveditore regionale del Triveneto Maria Milano Franco D’aragona. Successivamente i giornalisti della Tgr Veneto autori dei servizi, Federica Riva e Paolo Colombatti, hanno presentato alla platea la genesi, i contenuti e le finalità dei video realizzati negli istituti veneti – che via via venivano mostrati ai presenti – e dei quattro podcast da questi estratti.

Ampio spazio è stato dedicato alle testimonianze dirette. Quelle di due donne appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria, entrambe a fine carriera, che hanno raccontato del lavoro quotidiano nelle sezioni detentive. Quelle, a tratti toccanti, di due detenute lavoranti e di un ex detenuto che hanno spiegato l’importanza di poter beneficiare di un lavoro remunerato durante la detenzione. E infine le testimonianze di due imprenditori che operano da tempo nelle carceri del territorio: Andrea Marcolin, titolare di una attività gastronomica, che opera nel carcere di Vicenza ed ha assunto alcuni detenuti anche nell’impresa esterna all’istituto; e Daniele Minotto, vice direttore dell’Associazione Veneziana Albergatori, con la quale presto saranno ampliate le commesse della lavanderia operante all’interno dell’istituto femminile di Venezia.

Diversi i punti di vista da cui è stato affrontato l’argomento del lavoro in carcere. Certamente come opportunità di reinserimento sociale per i detenuti, che aspirano a svolgere un impiego retribuito durante la detenzione o a una formazione finalizzata allo svolgimento di una professione da spendersi una volta usciti dal carcere. D’altra parte, ampliare la platea dei destinatari di tali opportunità costituisce un impegno primario per l’Amministrazione penitenziaria, oltre che una specifica mission in ossequio a quanto previsto dal terzo comma dell’art. 27 della Costituzione. Un altro aspetto toccato nel corso del confronto è stato quello dei benefici fiscali e previdenziali, previsti dal 2000 dalla Legge Smuraglia, riservati alle aziende che investono nel lavoro intra ed extracarcerario, nonché i ritorni in termini di impatto sociale.

“Quello che abbiamo visto oggi è solo una piccola parte di quello che possiamo fare tutti insieme. E che ci consentirà di realizzare un vero capolavoro” ha detto il Sottosegretario Andrea Ostellari. “Il lavoro è quello strumento capace di incidere fortemente sul tema della legalità, dentro e fuori dal carcere. È lo strumento che ci consentirà di abbattere l’indice di illegalità all’interno degli istituti e ci consentirà di investire sul futuro delle nostre comunità. Il 98% di chi partecipa ad attività formative e lavorative quando esce dal carcere esce anche dal circuito criminale. E questo – ha concluso Ostellari – è il vero investimento per il Paese”.

“Il lavoro dà dignità ed è correlato all’essenza dell’essere umano. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di portare entro un anno almeno il 50% dei detenuti a poter conseguire un lavoro all’interno dei penitenziari o al termine della detenzione”. Lo ha annunciato il Capo del Dap Giovanni Russo nel corso del suo intervento, sottolineando: “I detenuti che lavorano lo fanno indossando guanti, mascherine protettive, sono assunti secondo le norme del contratto collettivo nazionale del settore. Noi insegniamo ai nostri detenuti attraverso il lavoro a rispettare la legalità. Insegniamo loro che il lavoro legale è un lavoro che rende migliori e rende un servizio anche alla società. Sono veramente grato – ha concluso Russo – allo sforzo che fanno ogni giorno questa miriade di associazioni, cooperative e imprese che si mettono in gioco superando mura non solo fisiche ma spesso anche concettuali”.

In platea, e in parte collegati da remoto, erano presenti all’incontro i direttori e i comandanti dei reparti di Polizia penitenziaria degli istituti del Veneto, del Trentino-Alto Adige e del Friuli Venezia Giulia.

Al termine, un’ultima gustosa e molto apprezzata dimostrazione di altre importanti lavorazioni presenti negli istituti del Veneto è stata offerta dalle cooperative M25, Work Crossing e Il Cerchio, operanti rispettivamente a Vicenza, Padova e Venezia, che hanno deliziato tutti gli intervenuti con le prelibatezze delle loro produzioni gastronomiche dolci e salate.

IN ALLEGATO: Attività trattamentali negli istituti penitenziari del Triveneto

Podcast Tgr Veneto: https://www.raiplaysound.it/programmi/liberidilavorare

Servizi tv Tgr Veneto:

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