“Carceri più dignitose
ma no a scorciatoie”

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“Non possiamo nascondere il fatto che quella delle carceri costituisca un’emergenza da tutti i punti di vista, non solo per il sovraffollamento. La situazione è drammatica sull’intero territorio nazionale e quotidianamente si verificano fatti anche molto gravi. Ma non abbiamo nessuna intenzione di fare ‘svuotacarceri’. I problemi non si risolvono così”. Con queste parole il ministro della Giustizia Bonafede, a margine dell’audizione tenuta davanti al Copasir, ha risposto ai cronisti che chiedevano commenti su recenti episodi verificatisi in alcuni istituiti di pena.

Il Guardasigilli ha ribadito come per il Governo “il principio della certezza della pena sia irrinunciabile, al pari di quello della dignità e della rieducazione nell’espiazione della pena. Se i detenuti non intraprendono un percorso di cambiamento e di reinserimento sociale, è molto probabile che ricadano nel vortice dell’illegalità e della delinquenza. Le statistiche sono lì a dimostrarlo e per questo il Ministero sta investendo con grande convinzione sui progetti rieducativi, basati soprattutto sul lavoro. Purtroppo non sempre nel passato chi ha sbagliato ha poi pagato. Questa rotta va invertita”.

Delineando le linee d’intervento del prossimo futuro, Bonafede ha, poi, spiegato come intende agire per migliorare concretamente le condizioni di vita dei detenuti e quelle di lavoro per le donne e gli uomini della polizia penitenziaria. “Nella legge di bilancio appena approvata il Governo ha deciso di stanziare le risorse necessarie per procedere entro il 2019 all’assunzione di 1.300 unità nella polizia penitenziaria. Un Corpo, quest’ultimo, colpevolmente trascurato dalle precedenti classi dirigenti, che invece merita rispetto e attenzione perché svolge un ruolo fondamentale per il sistema penitenziario e per il servizio giustizia in generale. Un altro ambito sul quale il Ministero è impegnato è quello dell’edilizia carceraria”. Su questo fronte vanno ricordate la costituzione di una task force che si occuperà specificamente del tema e l’introduzione di norme per rendere più flessibili e veloci gli interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria delle strutture carcerarie. Nell’ambito dello sforzo complessivo di miglioramento del sistema penitenziario non è, inoltre, esclusa la possibilità di costruire nuove carceri. Anzi, è già in stato avanzato la ricognizione per individuare caserme dismesse che potranno essere riutilizzate e trasformate in strutture penitenziarie.

“Naturalmente – ha concluso il ministro – serviranno tempo e risorse per risolvere un problema annoso stratificatosi in decenni e decenni di scelte sbagliate e di disinteresse. Ma il Ministero è perfettamente consapevole dell’urgenza e della drammaticità della questione e non risparmierà energie e impegno. E’ una questione di giustizia e di civiltà per l’intero Paese”.