Cartabia al GAI: “Contro discorsi d’odio bisogna educare e prevenire”
4 Febbraio 2022
La Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha partecipato a Lille al vertice informale GAI (Consiglio Giustizia Affari Interni dell’Unione europea).
Tra i temi affrontati, i discorsi d’odio. Il suo intervento è iniziato con il ricordo della visita al binario 21 del Memoriale della Shoah di Milano, accompagnata dalla senatrice a vita Liliana Segre, e con il richiamo alla parola ‘Indifferenza’ scritta all’ingresso. Su questo fronte, martedì la Guardasigilli sarà in audizione alla Commissione, presieduta proprio dalla senatrice Segre, sul contrasto ai fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio.
Per la ministra Cartabia, però, contro i discorsi d’odio non si può puntare solo sull’aspetto penale, ma è necessario anche “educare, prevenire e riparare”, sottolineando l’importanza della giustizia riparativa nella legge delega sulla riforma del processo penale, già approvata.
Nell’intervento al vertice di Lille, la Guardasigilli ha appoggiato l’iniziativa della presidenza francese di procedere nell’analisi sulla proposta di estendere l’elenco dei reati europei (ai sensi dell’ art. 83) anche a quelli per hate speech e hate crimes.
E di fronte ai vertici rappresentanti di Google e Facebook, ha posto poi l’attenzione sul tema dell’anonimato in rete, fattore che complica l’identificazione di eventuali autori di reato, richiamando l’attenzione sugli algoritmi usati nelle piattaforme social.
Nel suo intervento ha ricordato come sia importante per l’Italia, alla luce anche della sua storia tragica in cui è stata anche soppressa la libertà d’espressione, trovare equilibrio tra la definizione del nuovo reato, l’identificazione dell’autore del reato e la tutela della libertà d espressione.
Sulle espressioni d’intolleranza rivolte contro le minoranze si è espresso anche il Commissario europeo alla Giustizia, Didier Reynders, sperando di raggiungere a marzo l’unanimità sulla proposta della Commissione europea riguardante l’inserimento dei discorsi di incitamento all’odio tra i crimini dell’Unione europea. “Dal 2008 l’incitamento pubblico alla violenze e all’odio fondato sulla razza, il colore e la religione è vietato dal diritto europeo ma non è abbastanza”, ha spiegato il Commissario – “Dall’8 dicembre, la Commissione ha fatto un passo ulteriore proponendo di estendere la lista delle infrazioni penali dell’Unione europea, di aggiungere effettivamente questa capacità, che vediamo svilupparsi sempre di più, di propagare dei discorsi di odio e quindi dei crimini d’odio” ha specificato Reynders.