Cartabia a Yale, le sfide del costituzionalismo

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New Haven – I temi sono tutti di grande – e anche drammatica – attualità, a cominciare dal cambiamento climatico. Nelle stesse ore in cui un devastante nubifragio si abbatteva sulle Marche, con morti e feriti, dall’altra parte dell’Oceano, alla Yale Law School, anche di climate change si discuteva al Global Constitutionalism Seminar, il tradizionale appuntamento per giudici delle Corti supreme di tutto il mondo e studiosi internazionali, a cui partecipa anche la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia.

Il ruolo delle Corti rispetto al cambiamento climatico rappresenta infatti una delle sfide del diritto costituzionale a livello globale, affrontate all’interno della Robert P. Anderson Lecture, una conversazione dal titolo “The Challenges to Constitutionalism”: l’ambiente, dunque, ma anche il tema della libertà di informazione – tra fake news e qualità del dibattito pubblico, essenziale per la democrazia; e poi la tenuta dei principi costituzionali e dello stato di diritto di fronte alle situazioni di emergenza, dalla pandemia alla crisi energetica, alla guerra, al clima appunto. Tra le sfide per il costituzionalismo – di cui hanno discusso giudici e accademici di tutto il mondo – anche l’indipendenza dei giudici sotto attacco in molti Paesi e poi ancora il binomio giustizia penale e sistema carcere, con la necessità di sviluppare pene alternative soprattutto per i casi di salute mentale, situazioni di emarginazione e reati di droga.

Nel suo intervento, la Ministra Cartabia si è soffermata sulle differenze di fondo tra costituzionalismo americano ed europeo, nella comparazione tra la Corte suprema di Washington e le Corti costituzionali europee.

La conversazione è stata introdotta dal professor Harold Hongju Koh, ex- preside della Yale Law School (in rappresentanza dell’attuale, Heather Gerken), che ha parlato anche dell’impatto delle riforme della giustizia in atto in Italia. In quelle stesse ore, a Roma, la Commissione giustizia della Camera, dopo quella del Senato, dava il suo parere positivo ai decreti legislativi di attuazione della legge delega su processo civile, penale e sull’Ufficio per il processo.

Alla Yale Law School, la Ministra Cartabia è intervenuta anche in un altro panel su Gender and Judging, l’importanza cioè e il ruolo delle donne nelle alte Corti di molti Paesi. La Guardasigilli ha ripercorso il cammino delle donne nella magistratura italiana e l’evoluzione positiva della loro presenza all’interno del Palazzo della Consulta, dove in questo momento siedono in quattro. Rispondendo alle domande, la ministra ha parlato anche della sentenza della Corte costituzionale sul cognome materno.

Insieme a Marta Cartabia, hanno partecipato al seminario Stephen Breyer, giudice della Corte Suprema americana; Susanne Baer, giudice della Corte costituzionale tedesca; Rosalie Silberman Abella, già giudice della Corte suprema del Canada; Natalia Ángel Cabo, della Corte costituzionale della Colombia; Daphne Barak-Erez, Corte suprema di Israele; Nancy Gertner, già giudice del Distretto del Massachusetts (Usa); Brenda Hale of Richmond, ex presidente della Corte Suprema della Gran Bretagna; Daniela Salazar Marín, Corte costituzionale dell’Ecuador; Dame Helen Winkelmann, chief Justice della Suprema Corte della Nuova Zelanda.