Cartabia all’ONU: “Impegno personale contro la corruzione”

Assemblea generale Nazioni Unite
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“La corruzione è una minaccia globale, che mette alla prova le nostre società e le nostre economie. Ostacola la crescita economica sostenibile e distorce la concorrenza sul mercato, minando lo Stato di diritto e la fiducia tra cittadini e Governi. Costituisce, inoltre, un grave ostacolo allo sviluppo della prosperità e della sicurezza dei nostri Paesi e le nostre comunità”.

Così la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in un passaggio dell’intervento con cui partecipa da remoto alla Sessione speciale sulla Corruzione, organizzata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si tiene a New York dal 2 al 4 giugno.

La Convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione, adottata dall’Assemblea generale il 31 ottobre 2003 e aperta alla firma a Merida dal 9 all’11 dicembre dello stesso anno, è entrata in vigore a livello internazionale il 14 dicembre 2005: ad oggi 187 Stati hanno ratificato il trattato ma ancora molta strada è da fare. Ed è proprio su impulso di alcuni Paesi firmatari che è stata convocata la tre giorni di interventi e confronti.

“Un forte alleato nella lotta alla corruzione è ‘la bellezza del fresco profumo della libertà’” con questa citazione cara al giudice Paolo Borsellino, del quale fra poco ricorrerà il 29° anno dalla morte, avvenuta per mano mafiosa il 19 luglio 1992 a Palermo in via D’Amelio, la Guardasigilli rammenta che è proprio “questa visione che ha spinto il legislatore italiano ad adottare una normativa avanzata e un codice antimafia innovativo per introdurre nel nostro ordinamento il modello di riutilizzo sociale dei beni confiscati”. Modello italiano che è “stato riflesso nella Dichiarazione politica (par.49)” che sarà adottata nel corso di questa Sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, come rammenta Cartabia.

Perché la lotta alla corruzione sia sempre in grado di combattere un mostro che ogni giorno si fa “più complesso e sofisticato”, permeando nuove aree di rischio come lo sport, le emergenze e le crisi, e sfruttando le interconnessioni fra il mondo degli affari e la criminalità organizzata, la risposta deve essere globale, basata su sistemi di misurazione condivisi.

Ma, la ministra Cartabia, al termine del suo intervento, chiama tutti anche all’assunzione di un ”impegno personale”: “non rimanere complici di una cultura della corruzione”.

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