Cartabia: “Un patto sulla Giustizia, per il bene dell’Italia”

Marta Cartabia intervistata da Massimo Giannini
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“Superiamo la tentazione dello scontro continuo. In una data così simbolica per l’Italia, che segna il tempo della Liberazione, della rinascita, della ricostruzione, proprio la Giustizia può e deve diventare il terreno sul quale ritrovare lo spirito di unità nazionale.  Le diversità resteranno, come nella stagione che portò alla nascita della Costituzione, ma come allora si può provare a ricomporre le fratture su progetti precisi in nome di uno scopo più grande. Deve essere molto chiaro che senza riforme della Giustizia, niente fondi del Recovery. E per un compito così importante, serve responsabilità e volontà di tutti”. E’ un appello alla responsabilità di tutti quello lanciato dalla Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, in un’ intervista con il direttore de La Stampa, Massimo Giannini.

Nel giorno della festa del 25 aprile e alla vigilia della presentazione al Parlamento da parte del premier del “Piano nazionale di ripresa e resilienza”, la Guardasigilli avverte: “La riforma della giustizia, insieme alla Pubblica Amministrazione è il pilastro su cui poggia l’intero Recovery Plan. Se fallisce questa riforma, molto semplicemente, noi non avremo i fondi europei. Non avremo le risorse necessarie a rimettere in piedi il Paese dopo la pandemia. Questa è la posta in gioco”. Accanto all’ invito alle forze politiche, perché “rinuncino al conflitto permanente e ammainino le ‘bandierine identitarie’, come ha detto il premier”, il richiamo allo spirito della Liberazione.

La festa del 25 Aprile– osserva la Ministra Cartabia – ci riporta alla mente anni di lacerazione fortissima, ma soprattutto un grande momento di riscatto. Evoca lo stato d’animo di un popolo che seppe mettere da parte le conflittualità, pur conservando le differenze. Seppe ritrovare il coraggio per unirsi e per ricostruire una nazione libera e democratica. La giustizia, molto più che altri ambiti, è stata una trincea dove si è consumato uno scontro di idee e di sensibilità. Ora deve diventare il terreno dove cercare una convergenza, che non è solo trovarsi a metà strada, ma immaginare una mappa di principi in cui tutti possano riconoscersi.