Cassazione: non favorire i rapporti genitore-figlio costa caro

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Un risarcimento di 5mila euro al figlio minore è quello che la Cassazione ha confermato, rigettando il ricorso di una madre che, come stabilito dalla Corte d’appello di Torino, aveva ostacolato i rapporti con l’altro genitore.

La I sezione civile della Corte di cassazione, con l’ordinanza del 17 maggio 2019, ha infatti confermato quanto avevano deciso i giudici torinesi: ampliamento delle modalità di incontro del minore con il padre e risarcimento del figlio, essendo stato danneggiato dal clima di conflittualità esistente fra i due ex coniugi, a seguito della separazione.

Nonostante le motivazioni che hanno indotto la signora a presentare ricorso (affermava non solo di aver agevolato i rapporti tra padre e figlio ma di essere stata coinvolta proprio dal minore in questi incontri, al quale lo stesso non voleva recarsi da solo), la Suprema Corte ha ritenuto di dover aderire alle conclusioni della Corte d’appello di Torino, considerando che solo tre incontri in due anni e mezzo circa fossero decisamente un numero troppo esiguo rispetto agli accordi assunti fra i genitori e ritenendo comprovato “l’atteggiamento ostruzionistico” posto in essere dalla madre, “nonché il disagio, le sofferenze e i conflitti derivati al minore” dal suo atteggiamento.

Alla base della decisione è stato posto il diritto dei minori alla cosiddetta bigenitorialità, ossia ad avere un legame sereno sia con il padre sia con la madre, garantito e agevolato dalla coppia genitoriale stessa. Non si tratta – sia ben chiaro – solo di un dovere negativo ad astenersi da comportamenti che possano allontanare il genitore dal figlio, ma anche un dovere positivo, che porti l’ex coniuge affidatario, in presenza del rifiuto del minore a voler frequentare l’altro genitore, ad attivarsi per fare in modo che vengano rimossi gli ostacoli e riavvicinate le parti, nonostante la riluttanza o l’indifferenza, sebbene momentanea, del minore a intrattenere rapporti.