Ciao Sissy

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Quel che rimane nella memoria di chi ha preferito mescolarsi alla folla di Taurianova nel pomeriggio dedicato alle esequie di Sissy è il rispettoso silenzio di un’intera comunità. Un silenzio assoluto, composto, che si è fatto sentire. Ha accompagnato tutte le fasi della cerimonia, confortando e abbracciando le tante, tantissime persone che si sono strette intorno alla mamma e al papà, alla sorella e al fratello della giovane agente di Polizia Penitenziaria, la cui agonia si è conclusa qualche giorno fa.

Un silenzio interrotto soltanto in poche, rarissime occasioni: un applauso, le note di un brano dei Negramaro durante il corteo funebre fino alla Chiesa, quelle di una canzone di Ramazzotti all’uscita del feretro, un altro applauso. E poi quell’ “un-due-tre… Sissyyyyy!!!”, urlato a squarciagola e con le ultime lacrime rimaste dalle compagne della squadra di calcio a cinque nella quale Sissy faceva il portiere.

Un unico raggio di sole squarciava le nubi per dare il benvenuto al corteo silenzioso che faceva il suo ingresso in Chiesa; solo freddo e vento tagliente, invece, quando le braccia vigorose dei suoi colleghi deponevano il feretro sul carro funebre. Mentre bianchi palloncini a forma di cuore venivano lasciati da centinaia di mani, liberi di salire al cielo. E inseguiti dagli occhi di tutti.

Chissà che bella la scena vista da lassù in quel momento, eh Sissy?