Telemedicina nelle carceri toscane con ‘Cuore di tutti’

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Questa mattina a Roma nella sede del Consiglio Nazionale Forense sarà illustrato il progetto pilota di telemedicina che coinvolgerà il centro clinico del carcere Don Bosco Di Pisa e le case di reclusione di Porto Azzurro (maschile) e dell’isola di Gorgona.
Cuore di tutti, questo il titolo dell’iniziativa nata dalla collaborazione tra l’Ordine degli avvocati di Pisa, la Scuola forense dell’Alto Tirreno, la Fondazione “Gabriele Monasterio”, il Provveditorato toscano dell’Amministrazione penitenziaria e del Soroptimist International Club di Pisa.
L’evento sarà introdotto dal presidente del CNF Andrea Mascherin mentre, il progetto sperimentale del teleconsulto cardiologico sarà presentato e discusso dagli avvocati Alessandro Cardosi, presidente della Fondazione Scuola forense Alto Tirreno, Alberto Marchesi, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Pisa, da Luciano Ciucci, direttore generale della Fondazione Monasterio e dall’avvocato Emilia Rossi, componente del Collegio del Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Le conclusioni saranno affidate ad Antonio De Michele, avvocato coordinatore della Commissione del CNF in materia di iniziative per le carceri.

 

La sperimentazione in questi tre istituti eviterà, almeno in una prima fase, di trasferire i detenuti in strutture sanitarie in assenza di effettive emergenze cliniche, riducendo così i tempi di risposta della diagnosi e determinando inoltre un risparmio di risorse umane (personale di polizia penitenziaria addetto ai trasporti in ospedale) ed economiche, nonché vantaggi sul piano della sicurezza.
La prevenzione delle patologie cardiovascolari attraverso uno screening cardiologico verrà effettuata sia sui detenuti sia sugli operatori penitenziari.
Uno strumento del consulto è la tele-ecocardiografia in tempo reale. Sarà possibile, trasmettere le immagini esaminate dal medico del carcere a un centro specialistico attraverso l’utilizzo di un apparato di videoconferenza, dove il cardiologo guiderà il collega da remoto per aiutarlo a effettuare una diagnosi del malato.
Attraverso lo strumento del fascicolo elettronico si garantirà la continuità di cure e assistenza alla persona detenuta una volta fuori dal carcere.