Contrasto ai telefonini in carcere/2
Il gruppo del lavoro del DAP

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Prosegue l’azione di prevenzione e contrasto all’introduzione illecita di telefoni cellulari in carcere da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. La strategia è stata fortemente voluta dal capo del DAP Bernardo Petralia che ha individuato nel fenomeno una delle priorità della sua azione.

Per analizzare a fondo il problema e incrementare lo standard qualitativo delle misure da adottare, sia dal punto di vista tecnologico che organizzativo, è stato istituito un apposito gruppo di lavoro presieduto dal Vice Capo Roberto Tartaglia. Nelle riunioni fin qui svoltesi è stata fatta una ricognizione delle dotazioni e delle necessità segnalate dai Provveditorati regionali, alla quale hanno partecipato anche rappresentanti del Nucleo Investigativo Centrale (NIC) e del Gruppo Operativo Mobile (GOM) della Polizia Penitenziaria.

Inoltre il Dipartimento ha deciso di avvalersi dell’apporto di esperti della materia: operatori con specifica competenza ed esperienza professionale che andranno a supportare gli uffici dipartimentali preposti al settore delle telecomunicazioni. Le loro conoscenze potranno dare un sostanziale e prezioso aiuto nelle decisioni e nelle procedure riguardanti l’acquisizione e la manutenzione di apparecchiature e sistemi elettronici, reti radio analogiche e digitali, rilevatori e inibitori di telefoni cellulari, apparati radiogeni per il controllo dei pacchi, metal detector fissi e portatili.

Per questo è stato indetto un interpello nazionale aperto agli appartenenti al Comparto funzioni centrali o ai ruoli non direttivi del Corpo della Polizia Penitenziaria in possesso di laurea in ingegneria nel campo dell’elettronica o delle telecomunicazioni, laurea in informatica o diploma di perito industriale in elettronica e telecomunicazioni. All’esito della procedura, un poliziotto penitenziario è stato impiegato presso la Sezione telecomunicazioni del DAP dal 7 settembre scorso.