Covid-19, nuova circolare del DOG per l’attuazione del lavoro agile

Palazzo del Ministero della Giustizia via Arenula Roma - Foto di Doriano Ciardo
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In considerazione dell’evolversi della situazione epidemiologica determinata dal Covid-19 e del conseguente stato di emergenza, con “rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”  (come da Decreto del Ministro per la Pubblica Amministrazione del 19 ottobre 2020), il Dipartimento dell’Organizzazione giudiziaria (DOG) con la circolare del 20 ottobre ha nuovamente definito le politiche di gestione del personale per l’applicazione delle misure relative al lavoro agile, il cosiddetto smart working.

Il Capo Dipartimento Barbara Fabbrini, a seguito dell’Accordo sottoscritto il 14 ottobre dal Ministero con le Organizzazioni Sindacali, ha illustrato il contesto di riferimento e le azioni che si stanno adottando.

“Ferme le misure di supporto alle attività giurisdizionali degli uffici” già predisposte ed erogate, “così come le indicazioni in tema di sicurezza sul luogo di lavoro”, già diffuse con le precedenti circolari, l’Accordo sottoscritto vuole essere uno “strumento diretto a salvaguardare la salute dei dipendenti, della collettività” e a garantire “l’operatività dell’azione amministrativa“.

L’Accordo, che sarà efficace fino al 31 gennaio 2021, tende ad assicurare la qualità del servizio giustizia sull’intero territorio nazionale, nonostante l’emergenza epidemiologica e incentiva “il lavoro agile, con le modalità stabilite dal Ministero della Pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale del 50% del personale impiegato nelle attività che possono essere svolte in tale modalità.

Viene quindi definito “un complessivo quadro di strumenti di flessibilità, da poter adottare nel contesto attuale di emergenza sanitaria, al fine di conciliare il lavoro del personale dipendente, con l’erogazione di servizi all’utenza in misura costante”, e offerti “riferimenti procedimentali e organizzativi per giungere alla predisposizione dei progetti di lavoro agile nei singoli uffici”.

Per esempio, tende a valorizzare la misura organizzativa del co-working, che permette al dipendente di prestare la propria attività lavorativa in un ufficio diverso da quello al quale è assegnato; indica i criteri in base a cui è possibile selezionare le attività “delocalizzabili”, dando ai dirigenti 10 giorni per individuarle; il dipendente potrà, entro 5 giorni, manifestare il proprio interesse alla prestazione di lavoro agile.

L’Accordo individua anche le diverse tipologie di dipendenti che possono accedere prioritariamente ai programmi di smart working in base a particolari condizioni.

E’ prevista la distribuzione sul territorio di pc portatili, per il collegamento e l’utilizzo da remoto. A questo scopo, il DOG ha pensato di sviluppare una serie di attività e di strumenti di formazione.

 

LEGGI QUI LA CIRCOLARE DEL 20 OTTOBRE 

LEGGI QUI L’ACCORDO DEL 14 OTTOBRE