Ecco il Ddl anticorruzione:
adesso chi sbaglia paga

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Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha approvato il disegno di legge sulle “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione”.

Il Guardasiglli, al termine della riunione, ha affermato che “da oggi inizia la rivoluzione alla lotta alla corruzione. Si apre, finalmente, una nuova prospettiva di onestà. Non si lascia più scampo a chi vorrà intraprendere la strada della corruzione. Adesso, è certo, chi sbaglia paga”.
Il ministro Bonafede, in conferenza stampa, ha enunciato le principali novità che riguardano le norme del disegno di legge. L’introduzione del “DASPO” ai condannati in via definitiva per i reati di corruzione. Chi riceve una pena fino a due anni, quindi per chi ha commesso dei reati minori, non avrà la possibilità di stipulare contratti con la pubblica amministrazione e avrà l’interdizione ai pubblici uffici dai cinque ai sette anni, se la pena supera i due anni, la condanna accessoria sarà perpetua.
La convenzione di Merida – ha proseguito il Guardasiglli – a cui l’Italia ha aderito, prevede l’utilizzo dell’agente sotto copertura previsto per contrastare la mafia, il traffico di stupefacenti e altra serie di delitti, anche per i reati di corruzione.
Il ddl, inoltre, prevede modifiche allo strumento della confisca, che in caso di condanna di primo grado rimane valida anche in caso di prescrizione o amnistia; il millantato credito viene assorbito dal reato di “traffico illecito di influenze”; non sarà più necessaria la denuncia per il reato di appropriazione indebita.
Infine, Bonafede, si è soffermato sui cosiddetti “pentiti di corruzione” che saranno esentati dalle pene se effettueranno confessione volontaria sui fatti non ancora sottoposti ad indagine, restituiranno l’intero ammontare del conto del reato e se le informzioni rese ai magistrati saranno davvero utili per il prosieguo delle indagini.

 

Scheda del disegno di legge