Dal carcere di Spoleto canzone dedicata ai figli

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Nove reclusi nella sezione di alta sicurezza del carcere di Maiano (Spoleto) hanno scritto il testo e interpretato una canzone per ringraziare chi, durante la loro permanenza in carcere, si sta occupando dei loro figli.
Antonino, Carmine, Fortunato, Franco, Giuseppe, Lorenzo, Raffaele, Santo e Simone – questi i nomi dei detenuti-artisti – alla fine del progetto “La storia di papà” hanno realizzato un cd con una canzone dal titolo “ Grazie a lei”. Il Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria – con una circolare aveva invitato le direzioni  delle carceri italiane  a sviluppare dei progetti per la tutela della genitorialità e, prendendo spunto da questo suggerimento, ha preso forma un laboratorio coordinato dall’artista Chiara Napolini e dalla psicologa Elisa Montelatici con la supervisione del funzionario giuridico pedagogico Sonja Tortora.
Il corso, concluso a dicembre, ha avuto come obiettivo quello di approfondire gli aspetti della relazione tra genitore detenuto e figlio in età evolutiva (3-12 anni). La musica del singolo è opera del maestro Francesco Morettini e la copertina del cd è stata disegnata da Alessia Norgini di appena 13 anni.
Durante questi incontri i reclusi hanno esternato emozioni parlando del rapporto con i propri figli e anche di quello con i genitori, trasformandole poi in parole e musica. “Grazie a lei” è il titolo e quel ringraziamento è rivolto a una “lei” in senso generico, può essere la madre, la moglie, la sorella  del detenuto, comunque la figura che si occupa del piccolo in assenza del padre.
Prima delle festività natalizie i papà, durante un commovente incontro con le loro famiglie, alla presenza del personale che ha contribuito alla realizzazione del progetto, hanno presentato la loro canzone. Santo e Antonino, due dei detenuti cantautori hanno commentato la loro esperienza a Tuttoggi, quotidiano online dell’Umbria: “È stato un progetto meraviglioso, che ci ha dato emozioni ineguagliabili – ha spiegato Santo – grazie di averci regalato questa opportunità, ero stonato ma mi sono messo in gioco, ho superato alcuni limiti”. Per Antonino “vivere questa emozione è una cosa straordinaria, lo è anche questo incontro con i nostri figli”.