Ecco come cambia la lotta alla corruzione

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

Da quasi 30 anni in Italia si discuteva senza esiti risolutivi della necessità di interventi per arginare, se non sconfiggere, l’impressionante vortice di grandi e piccole corruzioni, maxi-tangenti e mazzette da pochi spiccioli. Un fenomeno riconosciuto pressoché unanimemente come uno dei mali storici del Paese che negli anni è costato alla collettività miliardi, danneggiando l’economia nel suo complesso, inquinando le pubbliche amministrazioni, penalizzando cittadini onesti e aziende meritevoli, infliggendo un durissimo colpo al senso civico e di legalità dell’intera società. A questa consapevolezza non era mai seguita un’azione politica e legislativa determinata a porre fine a una situazione non più tollerabile.
Con la legge Anticorruzione approvata in via definitiva dalla Camera lo scorso 18 dicembre l’Italia può contare finalmente su di uno strumento innovativo, efficace e all’avanguardia a livello internazionale. Una legge completa che interviene su tutti gli aspetti del fenomeno, dalla prevenzione all’inasprimento delle sanzioni fino al potenziamento degli strumenti investigativi.

DASPO
La nuova legge Anticorruzione lancia prima di tutto un messaggio culturale molto potente: per i “furbetti” non ci saranno più margini di impunità e spazi per farla franca. Grazie al Daspo, infatti, i condannati per corruzione non potranno più in alcun modo fare affari e contrattare con la pubblica amministrazione. La legge ha ampliato l’elenco dei reati contro la p.a. cui consegue la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Anche in caso di riabilitazione non ci sarà più automaticamente la cancellazione del vincolo ma servirà un ulteriore periodo piuttosto lungo (7 anni) di buona condotta. Occorrerà insomma pensarci due volte prima di corrompere e alterare appalti. Il rischio è molto alto, come non lo era stato mai.

PENE PIU’ DURE E NO A MISURE ALTERNATIVE
Per imprenditori e colletti bianchi disonesti non ci sarà più la possibilità di godere dei benefici penitenziari se non in caso di concreta collaborazione con l’autorità giudiziaria. Fino a ora queste categorie, più di qualunque altra, riuscivano a evitare il carcere grazie all’affidamento in prova ai servizi sociali. Da qui in avanti i benefici (permessi premio, lavoro esterno) e le misure alternative al carcere andranno meritati. Anche in questo caso l’effetto deterrenza è fortissimo.

INCENTIVI ALLA DENUNCIA E RAFFORZAMENTO DEI MEZZI D’INDAGINE
La corruzione, come sostenuto dagli addetti ai lavori e come dimostrato da molteplici studi sul tema, è sempre stato uno dei reati più difficili da scoprire e da accertare attraverso prove in grado di reggere alla prova del processo. Con la tangente e lo scambio di favori si crea un legame di reciproca convenienza quasi indissolubile tra corrotto e corruttore. Le due parti tendono a creare un muro impenetrabile contro cui andavano a sbattere molto spesso gli sforzi dello Stato di fare giustizia. Un primo fondamentale cambiamento è proprio la previsione di incentivi alla denuncia, anche a corruzione già consumata. Se l’autore del reato sceglie la strada della denuncia volontaria aiutando con indicazioni utili e concrete gli inquirenti a risalire alle prove dell’illecito e a individuare gli altri responsabili, potrà ottenere l’impunità. Il tempo per far questo è però limitato: 4 mesi dalla commissione del reato.
Il secondo ambito d’intervento per facilitare l’emersione dei reati corruttivi ed evitare che rimangano impuniti è il rafforzamento degli strumenti investigativi. Su questo fronte la tecnologia può dare un grande aiuto. Grazie alla nuova legge Anticorruzione le indagini potranno avvalersi di tecniche più efficaci: viene ampliata la possibilità di svolgere intercettazioni ambientali e informatiche (con i virus trojan nei pc e negli smartphone degli indagati). Per smascherare i furbetti dell’amministrazione e punirli sulla base di prove inconfutabili, le forze dell’ordine potranno contare anche sulla figura dell’agente sotto-copertura (da non confondere con l’agente provocatore) che ha già dimostrato la sua efficacia in altri ambiti d’indagine, come la criminalità organizzata.

TRASPARENZA SUI SOLDI AI PARTITI
I soldi ai partiti sono stati negli anni un’altra nota dolente per il nostro Paese. La legge introduce una serie di norme stringenti sulle donazioni ai movimenti politici così da favorire maggiore trasparenza e impedire giri di denaro occulti. Si stabilisce, infatti, che ogni donazione superiore ai 500 euro annui debba essere resa pubblica, con la previsione di pubblicare online il nome del soggetto che la effettua. Partiti, movimenti politici, e fondazioni e associazioni ad essi ricollegabili avranno, inoltre, l’obbligo di rendicontare ogni elargizione che oltrepassi la soglia dei 500 euro.

PRESCRIZIONE
L’istituto della prescrizione è stato per troppo tempo usato, specie da potenti e inquisiti con grandi disponibilità economiche, come strumento per difendersi dal processo, mortificando così le aspettative di legalità di cittadini vittime di ingiustizie, vanificando il lavoro di anni di inquirenti e magistratura, costituendo di fatto un salvacondotto anche per autori di reati molto gravi. Il sistema italiano della prescrizione rappresentava, da questo punto di vista, una vera anomalia anche rispetto agli altri grandi paesi europei. Tutto questo finalmente avrà fine. Il nuovo Anticorruzione introduce, infatti, il blocco alla decorrenza della prescrizione dopo la sentenza di primo grado. La norma entrerà in vigore dal 1° gennaio 2020 in modo tale da avere il tempo necessario per approvare le modifiche che servono a rendere più snello e rapido il processo penale.