Emergenza, solidarietà dalle carceri: piccole cifre, grande valore

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Continuano le iniziative promosse nelle carceri di tutta Italia per partecipare alla gara di solidarietà a favore di ospedali e operatori sanitari impegnati nella lotta al Coronavirus.

I detenuti della casa di reclusione di Alba “Giuseppe Montalto” – chiusa per anni dopo un’epidemia di legionella e lavori di ristrutturazione – hanno raccolto una somma da destinare all’ospedale cittadino ‘San Lazzaro’, riconvertito di questi tempi, come tante strutture di provincia, in presidio Covid-19. La donazione è accompagnata da una lettera in cui i cinquanta detenuti, che occupano l’unico settore aperto dell’istituto, precisano che si tratta di una cifra modesta ma ottenuta attraverso il “cuore”. E il cuore di un detenuto “non è diverso da quello di altre persone solo perché si trova al di qua di alte mura”.

Mentre dalla casa circondariale di Monza arriva la disponibilità dei reclusi a donare il sangue. Il sentimento di vicinanza alla comunità si è tradotto anche per i detenuti del carcere di Livorno in una raccolta di circa 800 euro donati all’ospedale della città, un altro dei fronti in cui si combatte la guerra contro l’epidemia.

Nel carcere di Poggioreale – nello stesso giorno in cui familiari dei reclusi nei penitenziari napoletani organizzavano un flash mob di ‘battitura’ per chiedere un indulto o un’amnistia – circa 200 detenuti hanno chiesto e ottenuto dalla direzione di donare 5 euro ciascuno per partecipare alla raccolta fondi in favore dell’ospedale Cotugno di Napoli. Analoga iniziativa anche dal carcere di Santa Maria Capua Vetere dove i detenuti hanno prelevato piccole somme dai loro conti correnti per destinarle alla lotta contro il Covid-19.

“Noi dentro, voi state a casa” hanno scritto in uno striscione i detenuti di Piazza Armerina che hanno scelto di destinare quanto raccolto in una colletta alla Protezione civile. Nell’istituto sono state trasferite anche persone che hanno partecipato alle rivolte di marzo, ma il clima di collaborazione è stato favorito, spiega il comandante Puglisi “da incontri tenuti dalla direzione per spiegare le ragioni delle restrizioni. Sono state aumentate le telefonate previste e vengono garantite anche le videochiamate con le famiglie. Acquistati prodotti disinfettanti e tre volte a settimana viene effettuata la sanificazione dei locali comuni”.

“Con immenso dolore siamo vicini a coloro che hanno perso i propri cari e a quelli che stanno ancora soffrendo per il Coronavirus: rispettando le regole, insieme ce la faremo”. Questo il messaggio dei reclusi del carcere di Ragusa che hanno anche organizzato una colletta raccogliendo 573 euro da donare all’ospedale di Modica “con la speranza che questo brutto calvario finirà presto”. I detenuti ringraziano anche per il maggior numero di telefonate e videochiamate concesse per supplire alla mancanza di colloqui ‘fisici’ con i familiari. “Da persone private della libertà personale, lontane dai propri affetti familiari – commenta la comandante Chiara Morales – il messaggio di speranza assume un pregnante e particolare significato. La donazione all’ospedale ci ha sorpresi e commossi per la partecipazione avendo coinvolto la quasi totalità dei reclusi”.