Italia, anno zero

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Con la firma del presidente della Repubblica, la “Spazza corrotti” diventa ufficialmente legge dello Stato e comincerà a essere pienamente efficace. Si apre una nuova era, siamo all’anno zero della lotta alla corruzione.

Con le nuove norme approvate in Parlamento si lancia un segnale forte al Paese e a tutta la comunità internazionale: l’Italia ha dichiarato guerra alla corruzione e la lotta sarà senza quartiere. Gli inquirenti e gli investigatori hanno ora a loro disposizione nuovi strumenti per combatterla efficacemente. L’agente sotto copertura, la causa di non punibilità per chi collabora con la giustizia, la possibilità di usare le ultime tecnologie per captare informazioni preziose. Tutte tecniche utili a sminare quel patto che intercorre fra corrotto e corruttore che fino ad ora è stato blindato dall’omertà dei contraenti. Non sarà più così, il rapporto di fiducia alla base della corruzione non sarà più lo stesso, vengono meno tutte le “sicurezze” sui cui poggia l’accordo.

Inoltre, si inverte un trend, molto sentito dai cittadini. La corruzione, ora, non conviene proprio. Il gioco non vale neanche un pezzettino di candela. Perché c’è il Daspo a vita per chi viene beccato. Chi sarà condannato non avrà più nulla a che fare con la pubblica amministrazione, sia che si tratti di dipendente pubblico che di imprenditore. La stessa dizione popolare di “furbetto” non ha più ragion d’essere. Perché, oltre al Daspo, la legge “Spazza corrotti” prevede il carcere vero per i condannati. Una questione per nulla secondaria, non a caso un quotidiano conservativo stamattina titolava allarmato: “I corrotti? Trattati peggio di narcos e stupratori”. Nell’articolo si legge che questa norma “turba i sonni di avvocati e imputati eccellenti”, che “sta producendo un terremoto in innumerevoli processi” e la “preoccupazione rasenta il panico”. La legge, quindi, sta già producendo i suoi effetti prima ancora della promulgazione.

Ed è giusto così. Nessuno vuol vedere le carceri piene di colletti bianchi per uno stupido senso di rivalsa o per puro sadismo. Al contrario, si punta a eliminare le occasioni di corruzione. In poche parole, ci si augura che l’effetto primario di questa legge sia quello deterrente, che induca, quindi, alla rinuncia a commettere il reato, considerate le conseguenze della legge dispone e i nuovi strumenti nelle mani degli inquirenti.

Siamo all’anno zero anche della trasparenza dei partiti: con la nuova legge tutti i cittadini saranno messi in grado di conoscere chi sono i finanziatori dei partiti e chi sono i candidati che questi propongono, con la pubblicazione del curriculum e del certificato penale. Una norma di civiltà che però l’Italia non aveva.

Poi c’è un ulteriore elemento da non trascurare rispetto alla legge: la riforma della prescrizione. Un tema su cui si è tanto dibattuto, oggetto anche di aspre polemiche. L’intento è chiaro: basta impunità. Se lo Stato fa le indagini, celebra il processo, arriva alla condanna, ha manifestato chiarissimamente l’interesse a perseguire il reato. Non si capisce, quindi, per quale ragione, passato il primo grado, debba perdere questo interesse. Per non parlare delle vittime che vedono negate le risposte per cui si sono rivolte alla giustizia. Anche in questo caso, nessuno vuol vedere imputati permanenti – per questo si sta già agendo sulla procedura penale – ma una giustizia certa. Chi, però, puntava tutto sul trascorrere del tempo per farla franca non può più sperare in questa possibilità. E, magari, invece di imbarcarsi in un dibattimento sceglierà i riti alternativi, alleggerendo il lavoro dei tribunali.

Infine, fra gli effetti che la legge ha avuto ancor prima della sua promulgazione, c’è il rinnovo dell’immagine del Paese all’estero. Mentre ancora era in corso la discussione al Senato è arrivato il ‘disco verde’ del Greco, il gruppo di Stati europei contro la corruzione, organo del Consiglio d’Europa. Si riconoscono all’Italia i passi avanti fatti dopo tanti anni, anche rispetto alle stesse raccomandazioni emanate dal Greco. Così la “Spazza corrotti” è diventata “bribe detriyer bill”: la legge che distrugge le mazzette.

E’ una nuova avanguardia per il nostro Paese: su un argomento che ci ha sempre visto fanalino di coda nelle classifiche internazionali, addirittura oggetto di scherno o pregiudizio (il classico “i soliti italiani”). A giugno è nato il “governo del cambiamento”. Con questa legge abbiamo dimostrato che il cambiamento non solo è auspicabile. Ora è possibile.