Sistema elettorale CSM ed esame avvocati, risposte al question time

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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha risposto a tre interrogazioni durante il question time alla Camera dei deputati.

In risposta all’interrogazione presentata dal deputato Riccardo Molinari sul completamento dell’esame di abilitazione alla professione forense, il ministro ha precisato che con il Decreto Rilancio, è stata sbloccata la correzione degli elaborati scritti, prevedendo la “possibilità di disporre un collegamento a distanza, nel rispetto dei medesimi criteri di correzione già adottati dalle commissioni di esame e dei criteri di collegialità, correttezza e riservatezza”. Inoltre, con riferimento alle prove orali, è stata prevista “la facoltà di svolgimento da remoto, così da assicurare l’ordinario avvicendamento delle procedure di abilitazione annualmente previste”.

All’interrogazione proposta dal deputato Devis Dori, riguardante il deposito degli atti di indagine della Procura di Perugia a carico di Luca Palamara, ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati e ex componente togato del Consiglio Superiore della Magistratura, il Guardasigilli ha dichiarato che ritiene opportuno che “si debba intervenire proprio per salvaguardare la credibilità della magistratura”. In questa direzione va la bozza di progetto di riforma del CSM che si fonda su tre pilastri: l’introduzione di criteri meritocratici nell’assegnazione degli incarichi da parte del CSM; un meccanismo elettivo che sfugga alle dinamiche correntizie; il blocco delle “porte girevoli” fra politica e magistratura, impedendo al magistrato che dovesse scegliere la carriera politica, la possibilità di rientrare in ruolo una volta finito il mandato elettorale.

Anche il terzo quesito, posto dal deputato Francesco Lollobrigida, aveva come tema la riforma del CSM. In risposta Bonafede ha affermato che “pur trattandosi di un testo provvisorio, poco prima dell’emergenza Coronavirus era trovato una intesa di massima tra le forze di maggioranza”.