Estradizione di Battisti
L’impegno di Bonafede

FacebookTwitterWhatsAppEmailCopy Link

“Lo dobbiamo alle famiglie delle vittime di Battisti, lo dobbiamo anche al Paese”. Con queste parole il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiude un intervento sulla sua pagina Facebook. Il post è dedicato alla vicenda dell’estradizione di Cesare Battisti, ex terrorista dei ‘Proletari Armati per il Comunismo’, fuggito dall’Italia nel 1981 e condannato all’ergastolo in contumacia per quattro omicidi. Bonafede li cita all’inizio del suo post: “Omicidio premeditato dell’agente di custodia Antonio Santoro (Udine, 6 giugno 1978); omicidio di Pierluigi Torregiani (Milano, 16 febbraio 1979); omicidio premeditato di Lino Sabbadin (Mestre, 16 febbraio 1979); omicidio premeditato dell’agente di polizia Andrea Campagna (Milano, 19 aprile 1979)”.

Il Guardasigilli poi ricorda i passaggi diplomatici intercorsi con il Brasile: “Il Tribunale Supremo Federale del Brasile ha già concesso l’estradizione in Italia, chiedendo però di commutare la pena al massimo di trent’anni di reclusione considerato che nel loro ordinamento non esiste l’ergastolo. Istanza che è stata già accolta dal mio predecessore nell’ottobre dell’anno scorso. Come tutti sanno, fu l’ex presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, a bloccare tutto, ponendo un veto al suo rientro in Italia”.

“Da mesi gli uffici del ministero – prosegue Bonafede – hanno avviato contatti con le autorità brasiliane, tenendosi pronti a un evento che avrebbe potuto cambiare le cose, come la vittoria di Jair Bolsonaro alle elezioni presidenziali. Avevamo già chiesto di rivedere la decisione di Lula e abbiamo attivato anche i canali diplomatici: seguiamo la situazione con la massima attenzione”.

In chiusura il ministro prende l’impegno di tenere gli italiani “aggiornati sullo sviluppo della vicenda”.