ExtraLibera, Cartabia: “Lo Stato porta ricchezza, la mafia solo morte”

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La ministra della Giustizia, Marta Cartabia è intervenuta con un videomessaggio all’evento organizzato dall’associazione Libera, la due giorni di lavoro e di confronto per fare il punto sullo stato della lotta a mafie e corruzione nel nostro Paese.

Nel suo intervento, la Guardasigilli ha esaminato le emergenze attualmente presenti, dalla pandemia alla guerra in Ucraina fino ai grandi investimenti del Pnrr, sottolineando come esse costituiscano grandi occasioni per le mafie e per gli  illeciti arricchimenti. Per tale ragione, fondamentale l’esigenza di agire su un fronte unico per arginare il sistema: “Affinchè si inneschi un circuito positivo occorre una solida alleanza di tutte le istituzioni, di tutti gli attori economici e di tutti i soggetti della società civile”- ha sottolineato la Ministra. In un contesto così impegnativo “le forze dell’ordine e la magistratura – presidio del nostro vivere democratico – sapranno muoversi al meglio, tanto da diventare modello a livello internazionale“.

Lo Stato porta ricchezza, la mafia porta solo morte” – ha aggiunto – ricordando come sul fronte delle agromafie si sia agito tempestivamente con un intervento governativo di urgenza proprio per scongiurare il rischio dell’abrogazione di tutto il sistema dei presidi penali evitando di lasciare sguarnito di tutele un settore già molto esposto.

 

Relativamente alla gestione delle aziende e dei beni sequestrati, la Ministra ha sottolineato come grazie alla legge che porta il nome di Pio La Torre (ucciso 40 anni fa) e Virginio Rognoni ci viene consegnato “un patrimonio che dobbiamo dimostrare di essere in grado di gestire nel modo più proficuo per la collettività”.

Un tema urgente e complesso soprattutto per le aziende confiscate. “I dati dicono che delle 2.245 aziende attualmente affidate direttamente o indirettamente in gestione allo Stato, sono solo 145 quelle attive. Cioè, il 6,5%” – ha ribadito la Guardasigilli – “Questa percentuale scende al 4,4% se consideriamo quelle destinate e attive sul mercato sul totale delle aziende confiscate definitivamente: 90 su 1.675. Sono cifre molto esigue, che rivelano una criticità e impongono l’obbligo di individuare risoluzioni adeguate”.

E per affrontare in maniera sistematica il problema la Ministra ha parlato del Protocollo che presto sarà firmato tra Ministero della Giustizia e Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati al fine di costituire un Osservatorio permanente, “volto a monitorare l’intero iter della procedura e seguire da vicino e in modo tempestivo anche le delicate fasi della destinazione”.

Richiamando poi l’attenzione a “formare adeguatamente” chi è chiamato a gestire i beni e le aziende sequestrate e confiscate, la Ministra ha aggiunto che: “Prevenzione dalla ricadute, promozione di una cultura della sostenibilità, accompagnamento all’autonomia delle aziende sono traguardi importanti, per rinsaldare lo spirito di una norma che mira ad aggredire la ricchezza acquisita in modo illecito, sia da mafiosi sia da corrotti e corruttori, sempre più spesso interconnessi tra loro: coloro cioè che in questo modo tradiscono i valori dello stato di diritto”.