Minsk 2019, le Fiamme Azzurre chiudono con quattro medaglie

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Cerimonia di chiusura: Paternoster portabandiera Italia
Cerimonia di chiusura: Paternoster portabandiera Italia

Nella cerimonia di chiusura allo Stadio Dinamo sventola il tricolore nelle mani di Letizia Paternoster: come in occasione dell’apertura – quando l’onore era toccato a Clemente Russo – è un rappresentante della Polizia Penitenziaria a guidare la sfilata della spedizione italiana ai Giochi Europei di Minsk.

Un riconoscimento di enorme significato per le Fiamme Azzurre, che in Bielorussia hanno contribuito con quattro medaglie, un oro e tre argenti, al bottino complessivo: con 13 ori, 15 argenti e 13 bronzi gli azzurri occupano il quarto posto nel medagliere continentale, avamposto dell’Europa occidentale in un ranking che vede dominare nell’ordine Russia, Bielorussia e Ucraina.

Il quartetto donne sul podio
Il quartetto donne sul podio

Il metallo più prezioso per noi l’ha portato proprio Letizia, 19 anni e qualche mese: la baby campionessa trentina ha guidato al titolo il quartetto dell’inseguimento e non ha certo limitato il suo impegno, scendendo in gara in cinque prove, le due su strada (ottava in linea e dodicesima a cronometro) e tre in pista (a parte l’oro nell’inseguimento a squadre, è stata quarta nella madison e sesta nella corsa a punti).

Francesco Lamon sul podio di Minsk
Francesco Lamon sul podio di Minsk

L’atleta più medagliato tra i nostri portacolori è stato un altro ciclista, Francesco Lamon: due argenti in pista, uno sempre nel quartetto, l’altro nel chilometro, dove è stato secondo al ceco Tomas Babek (1’01”152 contro 1’00”606) dopo aver segnato il miglior tempo in qualificazione (1’00”794).

Rossi e Pellielo festeggiano l'argento
Rossi e Pellielo festeggiano l’argento

Un altro argento è arrivato dal veterano Giovanni Pellielo, secondo in coppia con Jessica Rossi nel Trap Mixed Team: il veterano del tiro a volo era salito sul podio anche nell’edizione inaugurale di Baku quattro anni fa, bronzo nella fossa olimpica, ma stavolta è stato escluso per un solo piattello dalla finale individuale.

Sempre ricordando il quarto posto di Paternoster e Balsamo nella Madison – beffate dalla coppia russa per una “caccia” andata a segno, pur avendo raccolto più punti di loro negli sprint – ad un passo dal podio si sono fermati anche lo judoka Antonio Esposito e il pongista Niagol Stoyanov: il primo battuto nella finalina per il bronzo degli 81kg dalla furia del georgiano Luka Maisuradze, il secondo fermato nei quarti del doppio misto (con Giorgia Piccolin, sorella nella fiamma azzurra Jordy) dalla coppia tedesca Patrick Franziska-Petrissa Solja, che hanno poi conquistato l’oro e la “carta olimpica”.

Un altro medagliato di Baku non è riuscito a confermarsi: Vincenzo Mangiacapre, che nel 2015 nella capitale azera era stato d’argento nei 64kg, qui è salito di categoria, ma si è fermato alle soglie dei Quarti nei 69kg, sconfitto con un verdetto estremamente controverso dal kosovaro Patriot Behrami.

Le altre fiamme azzurre in gara – 12 in totale, dopo che un problema al tendine rotuleo aveva mandato ai box la campionessa europea di ciclismo Marta Bastianelli – sono stati il pistard Francesco Ceci (buoni punti per il ranking olimpico del Keirin, le canoiste Susanna Cicali, Francesca Genzo e Sofia Campana (per loro solo piazzamenti oltre la finale A, ma Susanna è stata sfortunata nel K1 5000m per uno scontro che l’ha costretta ad un ritardo decisivo quando era lanciata con ambizioni di podio), e il judoka Giovanni Esposito, giovanissimo talento dei 73kg, troppo presto fermato nel torneo dal più esperto e titolato ucraino Artem Khomula.

Un discorso a parte merita Clemente Russo, un monumento della boxe italiana: scelto come alfiere dei 161 azzurri nella cerimonia di apertura, il campione di Marcianise continua a coltivare il sogno della sua quinta partecipazione olimpica. A Minsk, ormai schierato nei Super massimi, ha affrontato il giovane croato Marko Milun, uscendone sconfitto al termine delle tre riprese: un sorteggio pericoloso, tanto che alla fine il suo avversario al debutto è salito sul podio per prendere il bronzo. Ma Clemente prosegue per la sua strada e il traguardo di Tokyo 2020 resta il suo principale obiettivo: che ci siano ambizioni, lo dice anche il fatto di aver battuto tre mesi fa nel “dual match” di Lanciano il francese Mourad Aliev, qui premiato con l’argento.