Giornata internazionale dell’avvocato minacciato: dibattiti e convegni

toga avvocato
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Una giornata di incontri, approfondimenti e riflessioni per alimentare la memoria sui legali scomparsi ma soprattutto per richiamare l’attenzione sull’importanza del ruolo esercitato quotidianamente dagli avvocati per la salvaguardia dei diritti e delle garanzie fondamentali dei cittadini. Con questo obiettivo si svolge, ormai dal 2009, la Giornata internazionale dell’Avvocato minacciato grazie all’impegno e al coinvolgimento di diverse associazioni di categoria.

La data scelta evoca la strage del 24 gennaio del 1977 a Madrid, in Calle de Atocha, passata alla storia proprio con il nome di “Matanza de Atocha”, quando un commando di terroristi neofascisti fece irruzione in uno studio di avvocati giuslavoristi e aprì il fuoco, uccidendone cinque e ferendone quattro.

L’iniziativa vedrà convegni e dibattiti in diverse città italiane per far comprendere la portata del rischio per l’intero stato di diritto derivante dalla limitazione (o, peggio, dalla soppressione) della libertà dell’avvocato, fondamentale tramite tra cittadino e istituzioni giudiziarie. Ed è proprio ciò che avviene quando il legale viene sottoposto a minacce, condizionamenti o addirittura costrizioni fisiche.

Il focus scelto per la ricorrenza di quest’anno è dedicato alla situazione turca. Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, dal 15 luglio 2016, data del tentato golpe, a oggi, sono stati arrestati più di 594 avvocati; 1546 sono sotto processo e 218 sono stati condannati a lunghe pene detentive. Inoltre, 34 associazioni forensi sono state sciolte. Per l’avvocato Ezio Menzione, tra i responsabili dell’Osservatorio Avvocati Minacciati, organo dell’Unione delle Camere Penali Italiane che svolge attività di monitoraggio e approfondimento delle situazioni critiche, le condizioni degli avvocati in Turchia  sono sempre più drammatiche: “Si sta realizzando in quel Paese un attacco agli avvocati che è un attacco al diritto di difesa”. Menzione ha partecipato spesso da osservatore ai processi che si sono celebrati contro gli avvocati in Turchia: “Per il solo fatto di svolgere il proprio mestiere spesso i difensori vengono considerati come fiancheggiatori di organizzazioni terroristiche, con un’impropria sovrapposizione tra il lavoro di un professionista e il destino del cliente-imputato. Noi, come Osservatorio, dopo aver assistito ai processi, svolgiamo un lavoro di diffusione della conoscenza anche a beneficio dell’opinione pubblica italiana e posso affermare come, negli ultimi anni, siano cresciute attenzione e consapevolezza rispetto ai rischi che corre un ordinamento democratico se vengono meno la libertà e la sicurezza degli avvocati”.

La Turchia è già stata condannata, lo scorso 20 novembre, dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo per violazione della Convenzione, proprio per alcune misure cautelari assunte nei confronti di un avvocato, impedendogli di partecipare alla campagna elettorale per il referendum sulla revisione costituzionale del 2017.