La giornata particolare degli universitari di Parma al Ministero

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“Siete una boccata d’ossigeno, il vostro entusiasmo è fondamentale per tutti noi”. Con queste parole il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha dato il benevenuto agli studenti dell’Università di Parma che questa mattina hanno visitato il Ministero di via Arenula, accompagnati dal professor Elia Minari, responsabile del corso “Prevenzione e contrasto della corruzione e della criminalità organizzata”.

Accompagnati dal Guardasigilli e da Roberto Tartaglia, vicecapo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), i ragazzi selezionati in rappresentanza di oltre duecento studenti – Anna, Celeste, Clara, Federica, Viola, Alessia, Simone, Yari, Giovanni e Alessandro i loro nomi -, hanno raggiunto lo studio del ministro passando per la scalinata monumentale dove campeggia la targa dedicata a Giovanni Falcone.

Proprio al magistrato siciliano, simbolo del pool antimafia ucciso nel 1992 nell’attentato a Capaci e che al Ministero ha ricoperto per alcuni anni l’incarico di direttore degli Affari Penali, il ministro Bonafede ha fatto riferimento durante il colloquio nel suo studio con gli studenti. “Sono nato a Mazara del Vallo e ho frequentato il liceo agli inizi degli anni 90 – ha detto il Guardasigilli -, in quel periodo in Sicilia venivano a parlare nelle scuole i magistrati del pool antimafia. Capivamo quanto impegno e quanta passione mettevano nel loro lavoro che voleva incidere direttamente sulla cultura e sull’educazione alla legalità“.

Successivamente Bonafede si è soffermato sul tema della lotta alla corruzione. “E’ stato il primo problema che ho voluto affrontare dopo il mio insediamento – ha detto il ministro della Giustizia -. Abbiamo provveduto a varare una legge, la n.3 del 2019, cosiddetta ‘Spazzacorrotti’ che ha ricevuto riconoscimenti anche a livello internazionale. L’ultimo è arrivato ieri da parte della Commissione europea“.

In chiusura del suo intervento Bonafede ha parlato ai ragazzi del “ruolo fondamentale che svolge la Polizia Penitenziaria” e dell’attività del GOM (Gruppo Operativo Mobile) e del NIC (Nucleo Investigativo Centrale) che, nelle rispettive competenze, rappresentano “insostitutibili pilastri nel contrasto alla criminalità organizzata” .

Poi ha preso la parola Roberto Tartaglia, vicecapo del DAP, che ha rivelato agli studenti alcuni passaggi fondamentali della sua carriera di magistrato. Il vicecapo Dap si ha analizzato il collegamento tra corruzione e criminalità organizzata. Anche Tartaglia ha poi sottolineato le intuizioni di Giovanni Falcone che per primo capì l’importanza di utilizzare l’arma delle confische dei beni dei mafiosi e di intensificare la cooperazione internazionale come strumenti irrinunciabili nella battaglia contro Cosa nostra.

Foto di Doriano Ciardo