Giustizia, Cartabia: “Costituzione mio faro per riforme”

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La Costituzione faro delle riforme. Un testo quasi sacro per la Ministra della giustizia, Marta Cartabia, che in videocollegamento al convegno nazionale dei cappellani e operatori penitenziari di Assisi ha ribadito quanto questo testo sia di fondamentale importanza per il suo cammino.

“In questo anno al Ministero non ho avuto altro punto di riferimento che il nostro testo costituzionale nel disegnare le riforme che abbiamo proposto a Parlamento, quelle approvate e quelle in corso di approvazione” – ha sottolineato –  “La Costituzione è un testo nato dalla vita, non solo dai pensieri e dalle idee, di un popolo che ha sofferto ogni parola che ci ha tramandato. Ogni principio costituzionale sempre suggerisce orizzonti diversi e sempre nuovi da percorrere. La Costituzione – ha aggiunto- è la sorgente riformatrice del nostro ordinamento”.

Ringraziando poi tutti i cappellani e gli operatori per la Pastorale penitenziaria che ogni giorno si impegnano per seguire una parte di società tra le più fragili, ha ricordato le parole di Paolo Borsellino: “Quando mi trovo davanti  qualcuno io prima di tutto cerco l’uomo, l’uomo con i suoi errori,  l’uomo con le sue debolezze ma l’uomo: perché l’uomo ha dentro di sé un scintilla divina che nessuno può spegnere, solo Dio la può spegnere. L’uomo per quanto male faccia non può spegnerla. Bisogna trovare quella scintilla e soffiarci sopra  per ravvivarla, per fargli assumere la dignità dell’uomo”. Ed da qui che bisogna partire per la la ministra della Giustizia – “In queste parole si scorge quel volto costituzionale della pena, quel senso di umanità a cui la Costituzione ci richiama all’art 27 quando parla della necessaria pena. Torniamo sempre a quella sorgente inesauribile di creatività che è la nostra Costituzione“.

 

La Guardasigilli ha poi ricordato la sua prima uscita pubblica da Ministra della Giustizia, poco più di un anno fa, quando a Bergamo, per iniziativa della direttrice del carcere e con il sostegno di tutta la comunità che viveva nell’istituto, personale e della popolazione detenuta,  si era ottenuta l’intitolazione della casa circondariale proprio alla memoria del suo storico cappellano, Don Fausto Resmini, fra le prime vittime del Covid. E ha citato un versetto di una lettera agli Ebrei che Papa Francesco ha fatto proprio e da cui il convegno dei cappellani ha preso spunto per il titolo: ‘Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere’.

“Non si può entrare in carcere, senza cercare almeno un pò di immedesimarsi con chi vive e con chi lavora in quel luogo, con i detenuti, con gli agenti di Polizia penitenziaria, con gli educatori, con gli operatori tutti” – ha sottolineato la Ministra- elogiando l’impegno quotidiano e incessante di tutti coloro che danno il proprio contributo in favore della Pastorale penitenziaria, sapendo “guardare il mondo con uno sguardo nuovo, uno sguardo che sia capace di immedesimarsi nello sguardo dell’altro, nei suoi desideri, nei suoi dolori, nelle sue speranze”.

Dopo le parole della Ministra sono intervenuti la sindaca di Assisi Stefania Proietti, del Capo del Dap Carlo Renoldi, del Procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone e dell’Ispettore Generale dei Cappellani delle carceri italiane Don Raffaele Grimaldi.